lunedì 29 ottobre 2012

Pavimenti in legno.. anche in bagno!



Questo post lo dedico a tutti quelli che, come noi, hanno avuto la “pazza” idea di mettere il pavimento di legno in bagno e in cucina, oltre che nel resto della casa. Dopo l’ennesima persona che mi ha detto “non l’ho mai visto, non ci ho mai pensato..” ho deciso che era ora di difendere la categoria di “quelli che.. il legno dappertutto”.

Edo ed io abbiamo abitato quattro anni nella casa che stiamo attualmente ristrutturando. L’appartamento era arredato in puro stile anni’70 e quindi abbracciava fedelmente la moda delle piastrelle. Avevamo piastrelle dappertutto, in tutte le altezze, fino al soffitto. In bagno c’erano delle piastrelle maculate verdi a pavimento e a parete fino al soffitto, assolutamente fantastiche perché non si vedeva per nulla lo sporco, il calcare o i capelli però bisognava un po’ abituarsi al pattern. In cucina avevamo piastrelle color ocra con la cornicetta marrone e, ogni tanto, delle rondinelle che svolazzavano. Per terra, piastrella maculata (geniale anche in cucina per lo sporco). Nel resto della casa avevamo piastrelle marrone scuro nella zona giorno e marrone chiaro nella zona notte, perfettamente ton sur ton con il colore degli infissi: legno scuro.

Ci sta che dopo 40 anni i gusti siano un po’ cambiati e noi le piastrelle NON LE VOLEVAMO PIU’ VEDERE!! Persino in bagno le abbiamo messe solo fino a mezza altezza! Quindi non c’è stato alcun dubbio sulla scelta del legno perché abbiamo sempre amato i pavimenti in legno. Ovvio, il legno si rovina, ma per questo hanno coniato questo slogan: “Il legno è vivo (per giustificare quando si sposta a causa dei cambiamenti di umidità nell’ambiente) e il legno va vissuto (per giustificare i segnacci che purtroppo rimangono quando cade qualcosa o si cammina con i tacchi a spillo)”. Insomma, chi sceglie di avere il pavimento di legno, accetta che non sia perfetto e accetta di fare un po’ più attenzione nel vivere la casa.

L’idea di metterlo anche in cucina è dovuta al fatto che la porta della cucina si apre sul soggiorno. La scelta dello stesso pavimento nei due ambienti non crea spezzoni. Si poteva, come alternativa, mettere una fascia di piastrelle lungo le basi della cucina, ma questa ipotesi a Edo faceva ribrezzo, dovrà però accettare di avere almeno un tappetino (a quello non rinuncio!).
Invece la scelta di metterlo in bagno è stata dovuta sempre a Edo, il quale cammina sempre scalzo e non vuole gelarsi i piedozzi quando va in bagno. E devo dire che anche io approvo. Ecco, l’unica cosa è che in bagno bisogna fare un po’ più di attenzione a non lasciare le chiazze di acqua dopo che si fa la doccia o il bagno nella vasca. Per questo motivo, noi abbiamo scelto un box doccia che avesse il profilo in alluminio. Esteticamente non è il massimo ma siamo sicuri che, con la guaina sotto, il piatto doccia sarà maggiormente isolato.

C'è sempre chi dice: "E se vi si rompe la lavastoviglie??" Ma dai (toccando ferro), a quanti di voi è mai successo?? Piuttosto, per la lavatrice non abbiamo voluto correre rischi e in lavanderia abbiamo optato per il pavimento in piastrelle con una "piletta" ossia una piccola griglia di scolo, il pavimento è leggermente in pendenza (ovviamente lo si può fare dove rifate completamente il massetto) e l'eventuale acqua non va in giro nel resto della casa (dove c'è il parquet).
Effettuata la scelta sul dove (e quindi anche la metratura da ricoprire di legno, cosa che influenza il costo) si è aperta una lunga fase di riflessioni sul tipo di essenza di legno.
Quello di cui eravamo sicuri era che volevamo il legno chiaro. Niente tek (che tralaltro è anche molto tenero), dussiè o altri. Inizialmente avevamo categoricamente scartato il rovere. Il rovere è l’essenza più diffusa in Italia per i pavimenti, un po’ perché è abbastanza duro, un po’ perché si presta ad essere tinto assumendo colorazioni sbiancate (molto di moda adesso) e un po’ perché è una specie arborea presente in discrete quantità nel nostro Paese. Tuttavia a noi non convinceva questa colorazione biscotto.

Ci eravamo innamorati del faggio



Il faggio è molto usato nell’Europa centrale. Pare che in Italia la vendita abbia avuto un calo con la diffusione del riscaldamento a pavimento. Infatti è una specie che soffre molto il cambio di temperatura, muovendosi (!!), per questo motivo si trova più facilmente in tagli piccoli. Questa è stata una delle ragioni che ci ha fatto dubitare della scelta del faggio, a casa nostra, infatti, fa un caldo micidiale di inverno, tanto che dobbiamo tenere molti termosifoni spenti quasi tutta la stagione. Un altro motivo è che è una specie che cambia molto il colore con la luce (come tutti i legni, ma più di altre essenze), diventando più gialla.
 
Restando fedeli alla scelta di un legno chiaro, abbiamo preso dei campioni di acero americano. Bello! 


 Tuttavia è molto chiaro, un po’ troppo forse, e occorre stare attenti che non diventi una casa troppo fredda. Stesso discorso per il frassino, anzi ci sembrava persino troppo giallo. 


Forse, utilizzandolo in cucina, nonostante la potenza delle vernici utilizzate, un’essenza molto chiara fa intravedere di più anche le macchie (è finita la pacchia del pavimento piastrella-maculato-nascondi-macchie!).

Indovinate un po’ cosa abbiamo scelto alla fine??
Il rovere, of course!!
Ahahah, dopo tutto questo pensare siamo tornati alle origini!

Il fatto è che ci siamo avvicinati a questa scelta sondando i prodotti della Fiemme 3000. Sono dei bellissimi legni, rigorosamente in listoni oliati. L’azienda ha adottato un’attenta politica di certificazioni ambientali per quanto riguarda l’origine, la lavorazione e l'oliatura del loro legno. Sono sicuramente prodotti di altissima qualità. Noi c’eravamo innamorati del rovere spazzolato oliato trasparente 101.


La differenza tra il parquet oliato e quello verniciato è che nel primo, non avendo lo strato di vernice sopra, puoi proprio percepire le venature del legno, le tocchi e le senti con il tatto, il che, oltre ad essere esteticamente molto bello, è anche molto piacevole. Tuttavia, essendo a poro aperto, le macchie e i segni penetrano in profondità. L’olio deve essere mantenuto con un “saponetto”, ossia un sapone apposito con il quale lavare il pavimento, e dando l’oliatura una volta all’anno. A sentire il nostro parquettista, il pavimento di legno oliato non comporta grossi sforzi per chi lo vive. 

Approfondendo la cosa però è venuto fuori che questo saponetto si deve usare in acqua tiepida, tenendo due secchi, uno di acqua pulita e una di acqua tiepida con saponetto. Costa un po’ e quindi si può conservare quello avanzato nel secchio di settimana in settimana. 
E’ venuto fuori che se il legno oliato si macchia, essendo a poro scoperto, la macchia entra in profondità ed è più difficile rimuoverla. 
E’ anche venuto fuori che l’oliatura non è proprio una cosa fai-da-te, ma bisogna liberare il più possibile le stanze dai mobili (cosa che dopo il recente trasloco per liberare la casa per fare i lavori, ho giurato a me stessa che non farò mai più!!) e mettersi a carponi stando attenti a non distribuire troppo olio in alcuni punti, altrimenti viene il pavimento a chiazze. 
Scoperti gli altarini, abbiamo deciso che il legno oliato non fa decisamente per noi!

Ho già detto in un altro post che ci siamo confrontati molto con amici e parenti sulla scelta dei prodotti e materiali. In particolare, da una coppia di amici abbiamo preso particolare spunto “copiando” gli infissi, le porte e il pavimento!! Ebbene sì, abbiamo visto il loro rovere e abbiamo detto “vogliamo questo!”.
Si tratta del rovere verniciato di CP Parquet, azienda italiana al top sulle certificazioni di provenienza del prodotto che ha persino ricevuto un riconoscimento da Greenpeace per l'ecosostenibilità dei prodotti. 


A differenza dei nostri amici abbiamo scelto il rovere verniciato opaco, a listoni da 12 cm x 180 cm, con bisello (vd glossario), in modo da evidenziare il taglio del legno in listoni.  
Pare che dopo 15-20 anni la verniciatura si debba stendere nuovamente, e lo può fare solo un professionista. A nostro avviso, in casa, dove il calpestio non è molto intenso come in un luogo pubblico, si può arrivare tranquillamente fino a 20 anni prima della riverniciatura.

Nel scegliere l'essenza del legno, non potete basarvi troppo sui colori che emergono dai cataloghi, perchè le fotografie ingannano moltissimo!!
Vi toccherà quindi andare in negozio, guardare e toccare con mano. Potete chiedere anche di portarvi a casa dei campioni e provarli alla luce di casa vostra, è utilissimo! Io ho fatto diversi giri su e giù dal parquettista (per questo vi consiglio di scegliere un negozio vicino a casa, eheh). 
Il titolare del negozio, quando commentavamo il fatto che ci abbiamo messo un po' di tempo ma alla fine eravamo giunti ad una scelta, ha detto a Edo che vedendomi andare sempre su e giù con le assi di legno voleva chiedermi se mi servisse il suo furgone. Ah ah ah!
Ebbè.. Sono decisioni che devono essere ponderate!

P.S Come con gli altri rivestimenti, calcolate sempre un po' di sfrido (vd glossario), non si sa mai che vi cada una libreria, vi si spacchi un tubo o altro e vi serva sostituire delle listarelle.

P.S. Non pensate che il legno vi costi tanto di più delle piastrelle. Il tanto amato gres porcellanato effetto legno, tra materiale e posa vi costa come il legno! Il prezzo varia dall'essenza, dalla composizione (lo spessore dello strato nobile di legno, montato su compensato), dal taglio (listarelle o listoni), dalla posa (dritta, a spiga..), dal fatto che sia prefinito o meno, verniciato o oliato, incollato o flottante. Meglio che andiate in negozio a farvi un'idea!!