mercoledì 14 novembre 2012

Il tavolo della cucina

Ci siamo innamorati di un tavolo!

E' stato un colpo di fulmine e adesso è diventata quasi un'ossessione: è un tavolo meraviglioso, se non possiamo averlo, vogliamo qualcosa di simile, ma lo vogliamo proprio così!!

Insomma, sarà capitato anche a voi di innamorarvi di un pezzo di arredamento e doverci costruire attorno lo stile della casa. Affezionarvi ad un oggetto con carattere è una cosa da non fare perchè vincola molto le scelte stilistiche del resto degli ambienti, richiede tempo per trovare gli arredi giusti, pazienza quando le dimensioni e i colori disponibili non corrispondono alle nostre esigenze, dedizione.. Però quando c'è l'amore, sentirete che la casa rispecchia pienamente il vostro essere.

Dopotutto, l'estremo opposto è piegarsi all'arredamento proposto dalle riviste, seguendo pedissequamente la moda del momento e trovandosi tutti con lo stesso stile: tavolino basso e lungo per la televisione al plasma (come abbiamo noi) con sopra degli elementi sospesi (che, per la cronaca, è inutile chiamare "libreria" perchè possono contenere pochissimi libri), lampada a ciliegia che cade sul tavolo da pranzo (tralaltro, è bellissima).. Perchè, bisogna ammetterlo, è molto difficile seguire un proprio stile! I negozi ti propongono sempre le stesse forme e gli stessi colori (vedi il tortora che mettono dappertutto!!)!

Io credo che la casa di ognuno debba anche essere il frutto di un compromesso, legato a cosa ci possiamo permettere (facile arredare con un budget illimitato), alle diverse personalità che la abitano (Edo mi ha detto l'altro giorno "Ti prego non facciamo anche l'armadio pantografato, le porte sono sufficienti!") e gli oggetti debbano avere una loro storia, essere scelti con cura ma senza l'ossessione di seguire "uno stile". Insomma, la vera casa non assomiglia ad una rivista, prevediamo un po' di disordine, un po' di souvenir dai viaggi, un po' di kitch natalizio!!

Ed eccoci qui quindi con il dilemma del nostro tavolo da pranzo per la cucina. Voi direte, beh sarà mica una questione vitale, vero, ma, in questo momento di relativa calma dei lavori, non mi resta che concentrarmi sugli arredi!

In realtà a noi il tavolo serve sul serio, abbiamo infatti comprato la cucina ma abbiamo tralasciato fino a questo momento il discorso "tavolo da pranzo".

Ad un'esposizione di mobili abbiamo visto questo tavolo allungabile (il nome dell'azienda non lo ricordo, è del gruppo Doimo):







Non è meraviglioso??!!
 

Purtroppo c'è solo in dimensioni troppo grandi per la nostra cucina, noi potremmo prendere massimo un 110 x 90 cm.
E la magica frase "Altrimenti si può fare su misura", non sempre è risolutiva: fatto su misura costa circa il 30% in più, decisamente troppo per un tavolo da pranzo per la cucina.


Non c'è niente da fare, dobbiamo trovare un'alternativa. Molto belli sono anche i tavoli di questo sito francese:
http://www.lamaisoncassette.com/

Anche questo modello è allungabile 125x125(180)x75h.
Dobbiamo abbandonare questa idea..

Una delle critiche avanzate alla nostra idea di prendere un tavolo in legno massiccio è stata che, avendo il pavimento in rovere, l'immagine della stanza non sia troppo "legnosa".

Abbiamo individuato questo modello di Calligaris:



anch'esso allungabile, misura 90x90(130)x75 ma è disponibile anche una misura più grande.
Secondo me è delizioso!

Calligaris è famoso per i tavoli consolle allungabili, iscrivendosi sul sito si può visualizzare il listino prezzi e si può acquistare online. Ottimo!






martedì 13 novembre 2012

Placchette degli interruttori

Siamo giunti finalmente a questa decisione!

Avevamo considerato di sostituire le vecchissime e "orrendissime" placchette di casa già qualche anno fa, quando ci siamo resi conto che dovevamo praticamente mettere un adattatore per ogni presa, ma siamo stati frenati dal costo di placchette e frutti. Non te le tirano mica dietro!!

Se avete voglia di farvi un'idea, internet a parte, al Leroy Merlin trovate un'esposizione piuttosto completa di BTicino e Vimar. Alcune placchette sono addirittura chiuse nelle teche e bisogna chiedere ad un commesso per acquistarle (alla modica cifra di 20 Euro l'una..).

Il nostro elettricista aveva solo i campioni del modello Bticino LivingLight e ci ha portato una mega-valigetta in metallo con tutte le placchette disposte in ordine crescente di prezzo, una per colore.

Qui si apre una diatriba che è peggio di quella del legno (vd post).
"Quelli che.. Le placche bianche"
Ebbene sì, a noi ce piacciono bianche!! Eppure, ci sono alcuni (non pochi) che inorridiscono, letteralmente, quando glielo diciamo. Boh, a me la patacca nera che si vede subito sul muro non piace affatto, preferisco che si nasconda con il muro. Tuttalpiù posso tollerare quelle colorate perchè, diciamolo, son belline, però se si cambia colore della stanza poi si rischia di non averle più della stessa forma. Ah, come per le piastrelle, bisognerebbe comprarne qualcuna in più da tenere di scorta.

 Allora, vi faccio vedere i due contendenti: Vimar e Bticino, più o meno sullo stesso prezzo.





Le prime due sono Bticino e la terza è Vimar. Per la cronaca, il sito di Vimar è veramente orrendo, per trovare un'immagine sono dovuta andare su Google..

Comunque, abbiamo scelto la forma squadrata! :)

PS: in caso di manutenzione straordinaria se le acquistate attraverso il vostro elettricista, l'iva sarà al 10%!!






mercoledì 7 novembre 2012

Prese e corto circuito




Lo sapevate che l’altezza standard della presa della lavatrice è ad 1 metro da terra?

Beh io ignoravo quasi che la lavatrice si attaccasse alla corrente!
Nel senso, non ho mai avuto la presa sotto gli occhi quindi non mi sono mai posta il problema. 
Beh, sappiatelo, perché il vostro elettricista la metterà esattamente lì, in bella vist. Non importa quanto bellina sia la vostra lavanderia, avrete una bella presa shuko sulla parete. 
C’è di peggio, direte, sì in effetti sì, però dopo mesi che rincorri il “progettista”, che scopri che il “direttore lavori” non dirige e non controlla, vi garantisco che una presa shuko può destabilizzarvi l’umore alla grande!

Noi abbiamo previsto un bel piano di legno nel quale è inserito il lavabo della lavanderia e il piano passa anche sopra la lavatrice, esattamente come nella foto del post, ad 80 cm di altezza, NON 1 METRO!! 
Il “progettista” non ha mai fatto 2+2 e quindi per collegare la lavatrice alla presa di corrente preposta, si sarebbe dovuto bucare il piano.

Dai, non ti preoccupare, la copriamo con una mensolina” ha cercato di dirmi Edo mentre io imprecavo contro tutta la categoria degli architetti. 
Una mensolinaaaa????? 
L’alternativa sarebbe stata far spuntare il filo e attaccare la spina alla presa poco più distante. 
Orrendo, orrendo, orrendo.
Ma dico, con tutto quello che spendiamo per i lavori, mi devo ritrovare con una patacca di spina in bella vista solo perché lo “standard” della presa della lavatrice è a 1m nonostante l’altezza delle lavatrici sia di 78 cm?? 
Ma che standard è?? Non risponde nemmeno ad un requisito di sicurezza!

Quello che è peggio è pretendere una risposta logica dall’elettricista o dal progettista, ma io, testona, ci ho provato: 
Ma quando mettete le lavatrici in cucina, che sono integrate nelle basi della cucina, non è forse la stessa cosa?? In quel caso non bucate mica il piano per farci passare la spina, no??
L’altezza standard è 1m a meno di non avere indicazioni contrarie” 
Signùr…


Non so se ho mai accennato al fatto che abbiamo deciso di motorizzare tutte le tapparelle di casa con un radiocomando, cioè le tapparelle potranno essere alzate sia schiacciando il pulsante vicino ad esse o a distanza tramite un telecomando.
L’elettricista ha detto che nessuno mai sceglie di avere sia il pulsante sia il telecomando, l’uno in genere esclude l’altro.
“…”
A parte il fatto che non lo trovo affatto condivisibile: 
chi sceglie di avere solo il telecomando?? E se si scaricano le pile come fai? Rimani murato in casa perché non riesci a tirare su le tapparelle?? E se, scenario più plausibile, nel caos che regna-sovrano-a-casa-nostra non sapessimo più dove abbiamo messo il telecomando? Dopotutto mica lo puoi far squillare come quando non trovi il cellulare!! 

Tralascio di dire che al rimbambito degli infissi abbiamo espressamente chiesto anche questa cosa quando abbiamo acquistato il motore delle tapparelle..

Pare che l’elettricista si sia seriamente preoccupato che, nell’eventualità fortuita che si usi il telecomando e si schiacci uno dei pulsanti delle tapparelle nello stesso momento, il sistema vada in cortocircuito. 

E poi salta tutto e mi devi richiamare per far sistemare l’impianto” mi ha detto l’elettricista “Ah no, finiti i lavori non ti voglio più vedere!” ho detto io scherzando, ma in fondo non più di tanto..

giovedì 1 novembre 2012

E' scontato e ovvio





Tanto eravamo contenti 5 giorni fa, tanto i nuovi inconvenienti hanno completamente rovinato il nostro ottimismo.

Innanzitutto abbiamo dovuto quasi litigare con il nostro architetto perché mandasse avanti la parte burocratica-amministrativa, come da accordi, per comunicare le variazioni avvenute nella composizione della squadra lavori. 
Non ho mai sentito nessun committente che si sia dovuto preoccupare di questi aspetti, andandosi a leggere i decreti legislativi, circolari dell’agenzia delle entrate e innumerevoli forum online. Questi aspetti SONO di competenza del direttore lavori/coordinatore sicurezza. Fatto sta che però il legislatore ha pensato bene di far ricadere comunque ogni responsabilità per omissioni/errori/ritardi di comunicazioni varie anche sul committente. E quale arma finale ha scelto il legislatore? Ha pensato di condizionare i benefici delle detrazioni fiscali al corretto rispetto di tutti gli adempimenti amministrativi, dandosi ben 10 anni di tempo dalla fine dei lavori per controllare tutte le carte. 

Il nostro architetto, che ha preparato tutti i documenti, non era al corrente di importanti obblighi inerenti alla direzione lavori, che condizionano la detraibilità di certe spese. Approfondirò meglio questi aspetti su un post dedicato, per il momento mi limito a dire che questa ottusità del nostro “professionista” ci ha fatto perdere innumerevoli ore di sonno nonché trasmesso molta ansia e nervosismo.
Alla fine abbiamo raggiunto un compromesso ma dopo notevole insistenza e solo grazie al fatto che Edo ed io ci siamo lungamente documentati sulla materia. Vorrei tralasciare, ma proprio non resisto, che quando finalmente l'architetto mi ha mandato quel documento compilato sul quale abbiamo tanto insistito.. Mi sono accorta che non è stato nemmeno in grado di indicare la lista completa di tutti i fornitori, dimenticandosene uno.. Ma sì.. Tanto, cosa vuoi che sia??

Passato quel brutto momento, c’è stato poi il grosso problema delle porte interne e della porta blindata.

Per farla breve, è venuto fuori che la porta del bagno doveva essere da 70 cm. L’ordine invece è stato fatto con tutte le porte da 80 cm. Non abbiamo ancora capito se l’ordine si può bloccare, in caso contrario ci perdiamo 400 Euro, il costo della porta sbagliata, più il fatto che rimarremo un mese senza porta del bagno (fortuna che c’è anche il bagno piccolo).
Ovviamente le misure erano state concordate con l’architetto, il quale aveva detto “Porte tutte da 80cm”!
Tuttavia, i discorsi a voce sono facilmente ritrattabili, in più in quel periodo, il nostro architetto si era dato alla macchia e non si faceva più sentire, non rispondeva agli sms, al telefono, alle email.. Quindi l’ordine era stato fatto partire in fretta da noi. 
Pur avendone successivamente trasmessa una copia all’architetto, lui “ha dato per scontato che chi ha fatto le misure le avesse prese giuste”, anche se nella stessa telefonata ha detto che “è ovvio che la porta del bagno sia da 70cm e non da 80cm”. 

Ovvio.. Infatti, chiedete a tutte le persone che conoscete se quando vanno in bagno a casa loro, sanno che stanno varcando una soglia da 70cm e non da 80.. !!!! Certo che son proprio ridicoli ‘sti architetti!

Ne consegue che  pur avendo ricevuto copia dell’ordine con la specifica di tutte le dimensioni delle porte, l’architetto si è “giustamente” (per citare l’autore della dichiarazione) fidato.
Ovvio..

Però a noi adesso interessa riparare la situazione senza perderci vagonate di euro e, soprattutto, senza ritardare i lavori.
A proposito di ritardo dei lavori, ecco che arriviamo all’altra grossa complicazione: la porta blindata.

Quando l’abbiamo acquistata 4 anni fa, la nostra porta blindata era stata montata male, senza che fosse prima smontato il telaio in legno della porta precedente e, con il tempo, per il peso si è inclinata. 
Edo ed io eravamo d’accordo con il tipo delle porte interne (che è lo stesso degli infissi.. il rimbambito, insomma), che, con l’occasione dei lavori, ce l’avrebbe rimontata a regola d’arte.
In questi giorni è venuto fuori che per rimontare la porta blindata, occorreva un nuovo telaio in ferro, cioè non si poteva usare quello preesistente. 
Ciò implica che occorre dunque contattare l’azienda produttrice della porta, farli venire a fare un sopralluogo e ordinare il telaio nuovo. Tempi di consegna: 60 gg almeno.
Ma dico, ma l’architetto, il quale non si ricordava nemmeno che dovesse essere fatto questo lavoro, PERCHE’ NON CI HA DETTO NULLA 2 mesi fa, quando saremmo stati certamente in tempo per fare l’ordine???

La questione porta blindata rischia di fermare tutto il cantiere perché dobbiamo posare il legno, e per posare il legno la porta deve essere alzata almeno dello spessore del legno+colla (13 mm).
Per il momento, gli scagnozzi dell'infissologo hanno provvisoriamente alzato un po' la porta, secondo Edo, in misura sufficiente per far passare sotto lo spessore del legno, tuttavia, a distanza di due giorni, siamo ancora in attesa di un responso ufficiale dall’architetto.

Ah, in tutto questo casino, siamo stati lasciati al sostituto architetto perchè il nostro “vero” architetto si è preso una settimana di ferie, per il ponte.. Non ha nemmeno avuto l'accortezza di lasciare le chiavi del cantiere al suo sostituto il quale mi ha chiamato ieri mentre ero al lavoro per dirmi “Stamattina non siamo potuti entrare in casa”. Mi fa piacere..