Ci siamo innamorati di un tavolo!
E' stato un colpo di fulmine e
adesso è diventata quasi un'ossessione: è un tavolo meraviglioso, se non
possiamo averlo, vogliamo qualcosa di simile, ma lo vogliamo proprio
così!!
Insomma, sarà capitato anche a voi di innamorarvi di un
pezzo di arredamento e doverci costruire attorno lo stile della casa.
Affezionarvi ad un oggetto con carattere è una cosa da non fare perchè
vincola molto le scelte stilistiche del resto degli ambienti, richiede
tempo per trovare gli arredi giusti, pazienza quando le dimensioni e i
colori disponibili non corrispondono alle nostre esigenze, dedizione..
Però quando c'è l'amore, sentirete che la casa rispecchia pienamente il
vostro essere.
Dopotutto, l'estremo opposto è piegarsi
all'arredamento proposto dalle riviste, seguendo pedissequamente
la moda del momento e trovandosi tutti con lo stesso stile: tavolino
basso e lungo per la televisione al plasma (come abbiamo noi) con sopra
degli elementi sospesi (che, per la cronaca, è inutile chiamare
"libreria" perchè possono contenere pochissimi libri), lampada a
ciliegia che cade sul tavolo da pranzo (tralaltro, è bellissima)..
Perchè, bisogna ammetterlo, è molto difficile seguire un proprio stile! I
negozi ti propongono sempre le stesse forme e gli stessi colori (vedi
il tortora che mettono dappertutto!!)!
Io credo che la casa di
ognuno debba anche essere il frutto di un compromesso, legato a cosa ci
possiamo permettere (facile arredare con un budget illimitato), alle
diverse personalità che la abitano (Edo mi ha detto l'altro giorno "Ti
prego non facciamo anche l'armadio pantografato, le porte sono
sufficienti!") e gli oggetti debbano avere una loro storia, essere
scelti con cura ma senza l'ossessione di seguire "uno stile".
Insomma, la vera casa non assomiglia ad una rivista, prevediamo un po'
di disordine, un po' di souvenir dai viaggi, un po' di kitch natalizio!!
Ed
eccoci qui quindi con il dilemma del nostro tavolo da pranzo per la
cucina. Voi direte, beh sarà mica una questione vitale, vero, ma, in
questo momento di relativa calma dei lavori, non mi resta che
concentrarmi sugli arredi!
In realtà a noi il tavolo serve sul
serio, abbiamo infatti comprato la cucina ma abbiamo tralasciato fino a
questo momento il discorso "tavolo da pranzo".
Ad un'esposizione di mobili abbiamo visto questo tavolo allungabile (il nome dell'azienda non lo ricordo, è del gruppo Doimo):
Non è meraviglioso??!!
Purtroppo c'è solo in dimensioni troppo grandi per la nostra cucina, noi potremmo prendere massimo un 110 x 90 cm.
E
la magica frase "Altrimenti si può fare su misura", non sempre è
risolutiva: fatto su misura costa circa il 30% in più, decisamente
troppo per un tavolo da pranzo per la cucina.
Non c'è niente da fare, dobbiamo trovare un'alternativa. Molto belli sono anche i tavoli di questo sito francese:
http://www.lamaisoncassette.com/
Anche questo modello è allungabile 125x125(180)x75h.
Dobbiamo abbandonare questa idea..
Una delle critiche avanzate alla nostra idea di prendere un tavolo in legno massiccio è stata che, avendo il pavimento in rovere, l'immagine della stanza non sia troppo "legnosa".
Abbiamo individuato questo modello di Calligaris:
anch'esso allungabile, misura 90x90(130)x75 ma è disponibile anche una misura più grande.
Secondo me è delizioso!
Calligaris è famoso per i tavoli consolle allungabili, iscrivendosi sul sito si può visualizzare il listino prezzi e si può acquistare online. Ottimo!
Siamo Francesca e Edoardo, giovane coppia alle prese con la ristrutturazione della prima casa: un appartamento anni '70 di 110 mq. Vogliamo raccontare la nostra avventura, per condividere un po' di quello smarrimento che coglie chiunque si appresti ad affrontare i famosi lavori in casa, le informazioni utili, le brutte esperienze, la soddisfazione delle scelte azzeccate, lo sconforto generato da una burocrazia incomprensibile e anche qualche dritta che “si impara facendo”.
mercoledì 14 novembre 2012
martedì 13 novembre 2012
Placchette degli interruttori
Siamo giunti finalmente a questa decisione!
Avevamo considerato di sostituire le vecchissime e "orrendissime" placchette di casa già qualche anno fa, quando ci siamo resi conto che dovevamo praticamente mettere un adattatore per ogni presa, ma siamo stati frenati dal costo di placchette e frutti. Non te le tirano mica dietro!!
Se avete voglia di farvi un'idea, internet a parte, al Leroy Merlin trovate un'esposizione piuttosto completa di BTicino e Vimar. Alcune placchette sono addirittura chiuse nelle teche e bisogna chiedere ad un commesso per acquistarle (alla modica cifra di 20 Euro l'una..).
Il nostro elettricista aveva solo i campioni del modello Bticino LivingLight e ci ha portato una mega-valigetta in metallo con tutte le placchette disposte in ordine crescente di prezzo, una per colore.
Qui si apre una diatriba che è peggio di quella del legno (vd post).
"Quelli che.. Le placche bianche"
Ebbene sì, a noi ce piacciono bianche!! Eppure, ci sono alcuni (non pochi) che inorridiscono, letteralmente, quando glielo diciamo. Boh, a me la patacca nera che si vede subito sul muro non piace affatto, preferisco che si nasconda con il muro. Tuttalpiù posso tollerare quelle colorate perchè, diciamolo, son belline, però se si cambia colore della stanza poi si rischia di non averle più della stessa forma. Ah, come per le piastrelle, bisognerebbe comprarne qualcuna in più da tenere di scorta.
Allora, vi faccio vedere i due contendenti: Vimar e Bticino, più o meno sullo stesso prezzo.
Le prime due sono Bticino e la terza è Vimar. Per la cronaca, il sito di Vimar è veramente orrendo, per trovare un'immagine sono dovuta andare su Google..
Comunque, abbiamo scelto la forma squadrata! :)
PS: in caso di manutenzione straordinaria se le acquistate attraverso il vostro elettricista, l'iva sarà al 10%!!
Avevamo considerato di sostituire le vecchissime e "orrendissime" placchette di casa già qualche anno fa, quando ci siamo resi conto che dovevamo praticamente mettere un adattatore per ogni presa, ma siamo stati frenati dal costo di placchette e frutti. Non te le tirano mica dietro!!
Se avete voglia di farvi un'idea, internet a parte, al Leroy Merlin trovate un'esposizione piuttosto completa di BTicino e Vimar. Alcune placchette sono addirittura chiuse nelle teche e bisogna chiedere ad un commesso per acquistarle (alla modica cifra di 20 Euro l'una..).
Il nostro elettricista aveva solo i campioni del modello Bticino LivingLight e ci ha portato una mega-valigetta in metallo con tutte le placchette disposte in ordine crescente di prezzo, una per colore.
Qui si apre una diatriba che è peggio di quella del legno (vd post).
"Quelli che.. Le placche bianche"
Ebbene sì, a noi ce piacciono bianche!! Eppure, ci sono alcuni (non pochi) che inorridiscono, letteralmente, quando glielo diciamo. Boh, a me la patacca nera che si vede subito sul muro non piace affatto, preferisco che si nasconda con il muro. Tuttalpiù posso tollerare quelle colorate perchè, diciamolo, son belline, però se si cambia colore della stanza poi si rischia di non averle più della stessa forma. Ah, come per le piastrelle, bisognerebbe comprarne qualcuna in più da tenere di scorta.
Allora, vi faccio vedere i due contendenti: Vimar e Bticino, più o meno sullo stesso prezzo.
Le prime due sono Bticino e la terza è Vimar. Per la cronaca, il sito di Vimar è veramente orrendo, per trovare un'immagine sono dovuta andare su Google..
Comunque, abbiamo scelto la forma squadrata! :)
PS: in caso di manutenzione straordinaria se le acquistate attraverso il vostro elettricista, l'iva sarà al 10%!!
mercoledì 7 novembre 2012
Prese e corto circuito
Lo sapevate che l’altezza standard della presa della lavatrice
è ad 1 metro da terra?
Beh io ignoravo quasi che la lavatrice si attaccasse alla
corrente!
Nel senso, non ho mai avuto la presa sotto gli occhi quindi
non mi sono mai posta il problema.
Beh, sappiatelo, perché il vostro
elettricista la metterà esattamente lì, in bella vist. Non importa quanto
bellina sia la vostra lavanderia, avrete una bella presa shuko sulla parete.
C’è
di peggio, direte, sì in effetti sì, però dopo mesi che rincorri il “progettista”,
che scopri che il “direttore lavori” non dirige e non controlla, vi garantisco
che una presa shuko può destabilizzarvi l’umore alla grande!
Noi abbiamo previsto un bel piano di legno nel quale è
inserito il lavabo della lavanderia e il piano passa anche sopra la lavatrice,
esattamente come nella foto del post, ad 80 cm di altezza, NON 1 METRO!!
Il “progettista”
non ha mai fatto 2+2 e quindi per collegare la lavatrice alla presa di corrente
preposta, si sarebbe dovuto bucare il piano.
“Dai, non ti preoccupare, la copriamo con una mensolina” ha cercato di dirmi Edo mentre io imprecavo contro tutta la categoria degli
architetti.
Una mensolinaaaa?????
L’alternativa sarebbe stata far spuntare il
filo e attaccare la spina alla presa poco più distante.
Orrendo, orrendo,
orrendo.
Ma dico, con tutto quello che spendiamo per i lavori, mi
devo ritrovare con una patacca di spina in bella vista solo perché lo “standard”
della presa della lavatrice è a 1m nonostante l’altezza delle lavatrici sia di 78
cm??
Ma che standard è?? Non risponde nemmeno ad un requisito di sicurezza!
Quello che è peggio è pretendere una risposta logica dall’elettricista
o dal progettista, ma io, testona, ci ho provato:
“Ma quando mettete le
lavatrici in cucina, che sono integrate nelle basi della cucina, non è forse la stessa cosa??
In quel caso non bucate mica il piano per farci passare la spina, no??”
“L’altezza standard è 1m a meno di non avere indicazioni
contrarie”
Signùr…
Non so se ho mai accennato al fatto che abbiamo deciso di
motorizzare tutte le tapparelle di casa con un radiocomando, cioè le
tapparelle potranno essere alzate sia schiacciando il pulsante vicino ad esse o
a distanza tramite un telecomando.
L’elettricista ha detto che nessuno mai sceglie di avere sia
il pulsante sia il telecomando, l’uno in genere esclude l’altro.
“…”
A parte il fatto che non lo trovo affatto condivisibile:
chi
sceglie di avere solo il telecomando?? E se si scaricano le pile come fai? Rimani
murato in casa perché non riesci a tirare su le tapparelle?? E se, scenario più
plausibile, nel caos che regna-sovrano-a-casa-nostra non sapessimo più dove
abbiamo messo il telecomando? Dopotutto mica lo puoi far squillare come quando
non trovi il cellulare!!
Tralascio di dire che al rimbambito degli infissi abbiamo
espressamente chiesto anche questa cosa quando abbiamo acquistato il motore
delle tapparelle..
Pare che l’elettricista si sia seriamente preoccupato che,
nell’eventualità fortuita che si usi il telecomando e si schiacci uno dei
pulsanti delle tapparelle nello stesso momento, il sistema vada in
cortocircuito.
“E poi salta tutto e mi devi richiamare per far sistemare l’impianto”
mi ha detto l’elettricista “Ah no, finiti i lavori non ti voglio più vedere!”
ho detto io scherzando, ma in fondo non più di tanto..
giovedì 1 novembre 2012
E' scontato e ovvio
Tanto eravamo contenti 5 giorni fa, tanto i nuovi inconvenienti hanno completamente rovinato il nostro ottimismo.
Innanzitutto abbiamo dovuto quasi litigare con il nostro
architetto perché mandasse avanti la parte burocratica-amministrativa, come da
accordi, per comunicare le variazioni avvenute nella composizione della squadra
lavori.
Non ho mai sentito nessun committente che si sia dovuto preoccupare di
questi aspetti, andandosi a leggere i decreti legislativi, circolari
dell’agenzia delle entrate e innumerevoli forum online. Questi aspetti SONO di
competenza del direttore lavori/coordinatore sicurezza. Fatto sta che però il
legislatore ha pensato bene di far ricadere comunque ogni responsabilità per
omissioni/errori/ritardi di comunicazioni varie anche sul committente. E quale
arma finale ha scelto il legislatore? Ha pensato di condizionare i
benefici delle detrazioni fiscali al corretto rispetto di tutti gli adempimenti
amministrativi, dandosi ben 10 anni di tempo dalla fine dei lavori per
controllare tutte le carte.
Il nostro architetto, che ha preparato tutti i documenti, non
era al corrente di importanti obblighi inerenti alla direzione lavori, che
condizionano la detraibilità di certe spese. Approfondirò meglio questi aspetti
su un post dedicato, per il momento mi limito a dire che questa ottusità del
nostro “professionista” ci ha fatto perdere innumerevoli ore di sonno nonché
trasmesso molta ansia e nervosismo.
Alla fine abbiamo raggiunto un compromesso
ma dopo notevole insistenza e solo grazie al fatto che Edo ed io ci siamo
lungamente documentati sulla materia. Vorrei tralasciare, ma proprio non resisto, che quando finalmente l'architetto mi ha mandato quel documento compilato sul quale abbiamo tanto insistito.. Mi sono accorta che non è stato nemmeno in grado di indicare la lista completa di tutti i fornitori, dimenticandosene uno.. Ma sì.. Tanto, cosa vuoi che sia??
Passato quel brutto momento, c’è stato poi il grosso
problema delle porte interne e della porta blindata.
Per farla breve, è venuto fuori che la porta del bagno
doveva essere da 70 cm. L’ordine invece è stato fatto con tutte le porte da 80
cm. Non abbiamo ancora capito se l’ordine si può bloccare, in caso contrario ci
perdiamo 400 Euro, il costo della porta sbagliata, più il fatto che rimarremo
un mese senza porta del bagno (fortuna che c’è anche il bagno piccolo).
Ovviamente le misure erano state concordate con
l’architetto, il quale aveva detto “Porte tutte da 80cm”!
Tuttavia, i discorsi
a voce sono facilmente ritrattabili,
in più in quel periodo, il nostro architetto si era dato alla macchia e non si
faceva più sentire, non rispondeva agli sms, al telefono, alle email.. Quindi
l’ordine era stato fatto partire in fretta da noi.
Pur avendone successivamente
trasmessa una copia all’architetto, lui “ha dato per scontato che chi ha fatto
le misure le avesse prese giuste”, anche se nella stessa telefonata ha detto
che “è ovvio che la porta del bagno sia da 70cm e non da 80cm”.
Ovvio.. Infatti, chiedete a tutte le persone che conoscete se
quando vanno in bagno a casa loro, sanno che stanno varcando una soglia da 70cm
e non da 80.. !!!! Certo che son proprio ridicoli ‘sti architetti!
Ne consegue che pur
avendo ricevuto copia dell’ordine con la specifica di tutte le dimensioni delle
porte, l’architetto si è “giustamente” (per citare l’autore della
dichiarazione) fidato.
Ovvio..
Però a noi adesso interessa riparare la situazione senza
perderci vagonate di euro e, soprattutto, senza ritardare i lavori.
A proposito di ritardo dei lavori, ecco che arriviamo all’altra
grossa complicazione: la porta blindata.
Quando l’abbiamo acquistata 4 anni fa, la nostra porta
blindata era stata montata male, senza che fosse prima smontato il telaio in
legno della porta precedente e, con il tempo, per il peso si è inclinata.
Edo
ed io eravamo d’accordo con il tipo delle porte interne (che è lo stesso degli
infissi.. il rimbambito, insomma), che, con l’occasione dei lavori, ce l’avrebbe
rimontata a regola d’arte.
In questi giorni è venuto fuori che per rimontare la porta
blindata, occorreva un nuovo telaio in ferro, cioè non si poteva usare quello preesistente.
Ciò implica che occorre dunque contattare l’azienda produttrice della porta, farli venire a
fare un sopralluogo e ordinare il telaio nuovo. Tempi di consegna: 60 gg
almeno.
Ma dico, ma l’architetto, il quale non si ricordava nemmeno
che dovesse essere fatto questo lavoro, PERCHE’ NON CI HA DETTO NULLA 2 mesi
fa, quando saremmo stati certamente in tempo per fare l’ordine???
La questione porta blindata rischia di fermare tutto il
cantiere perché dobbiamo posare il legno, e per posare il legno la porta deve essere alzata almeno dello spessore del legno+colla (13 mm).
Per il momento, gli scagnozzi dell'infissologo hanno provvisoriamente alzato un po' la porta, secondo Edo, in
misura sufficiente per far passare sotto lo spessore del legno, tuttavia, a distanza di due
giorni, siamo ancora in attesa di un responso ufficiale dall’architetto.
Ah, in tutto questo casino, siamo stati lasciati al
sostituto architetto perchè il nostro “vero” architetto si è preso una
settimana di ferie, per il ponte.. Non ha nemmeno avuto l'accortezza di
lasciare le chiavi del cantiere al suo sostituto il quale mi ha chiamato ieri mentre
ero al lavoro per dirmi “Stamattina non siamo potuti entrare in casa”. Mi fa
piacere..
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