La vigilia di Natale sono venuti a montarci la porte!
L'azienda, come temevamo, non ha spedito la merce entro la quarta settimana di ritardo, e il rivenditore di Verona, mortificato per l'inconveniente, è partito con il suo camioncino ed è andato fino a Teramo a prendere le porte!
Non era affatto dovuto da parte sua e siamo stati molto colpiti da questo suo gesto. E' altrettanto vero che qualche giorno prima l'avevo minacciato di annullare l'ordine o di ridurre il prezzo finale conteggiando il danno creatoci dal ritardo.. eheheh..
Comunque non illudetevi, è meglio che queste cose non succedano proprio piuttosto che litigare su una fantomatica quantificazione del danno, le aziende sanno di avere in pugno il cliente: ordinare altre porte da un'altra azienda avrebbe richiesto minimo altri 60 giorni.
Abbiamo messo 8 porte, di cui 3 scorrevoli e 5 a battente. Una porta a battente, quella del bagno grande, con il vetro satinato nella parte alta della pantografatura (bellissima!), per dare luce al corridoio. Ci hanno messo 8 ore per il montaggio, la mattina erano in tre persone, il pomeriggio sono rimasti in due. Hanno utilizzato il balcone per tagliare le cornici delle porte. Mi sono chiesta come facciano negli appartamenti arredati.. Hanno bisogno di tanto spazio e fanno un sacco di polvere!!
Abbiamo messo un pannello bianco sulla porta di ingresso, per uniformarlo al resto delle porte. La maniglia di Olivari sta benissimo anche nella porta di ingresso, tuttavia, ricordatevi che occorre cambiare anche il resto della ferramenta: lo spioncino e il pezzo di inserimento della chiave che altrimenti restano di un altro colore e materiale. Fortunatamente il montatore disponeva dei pezzi (da acquistare normalmente in ferramenta e non dal rivenditore di maniglie) e ci ha fatto direttamente lui il montaggio.
Ed eccoci qui nella casetta nuova!! Le porte sono bellissime, hanno ricevuto molti complimenti e adesso la casa è pronta per essere riempita delle nostre cose. Quasi, quasi la lasceremmo così: niente è meglio di un trasloco per capire di quante cose inutili ci circondiamo. La casa "minimalista" è anche molto più semplice da pulire!
La vigilia di Natale abbiamo portato il materasso, il divano, abbiamo fatto l'albero e, con le lucine accese, ci siamo detti: "E' finitaaaaaaa!!".
Anche se..
La parola FINE non si può ancora mettere:
- i battiscopa devono essere fissati dal parquettista, che li aveva lasciati "scollati" in attesa delle porte
- abbiamo scoperto un'altra piastrella IRIS del bagno grande scheggiata, in un punto dove non può essere stata toccata da nessuno. Comincio a pensare che queste piastrelle (linea RAYS) siano un po' troppo delicate o di un lotto difettoso..
- il rimbambito delle porte si è dimenticato di ordinare la ferramenta per chiudere a chiave la porta scorrevole del bagno piccolo, pare debba arrivare anche quella da Teramo (oh nooo!!)
- ci manca un pezzetto di cucina, una fascetta laterale di chiusura che avevano fatto più corta del dovuto
- il tavolo della cucina è arrivato con le gambe laccate bianche invece che color faggio, ce le sostituiscono a gennaio
e la parte burocratica:
- dobbiamo fare la comunicazione all'ENEA per gli infissi (farò post a parte)
- l'elettricista, zitto zitto, non ci ha ancora spedito il certificato di conformità dell'impianto
- il nostro architetto, che è sparito durante le feste natalizie, senza nemmeno una telefonata alla Vigilia per sapere se il montaggio porte stesse procedendo bene, si farà mai vivo per la firma dei documenti da depositare in comune??
To be continued..
Intanto, Buon Natale e buon anno a tutti!
Siamo Francesca e Edoardo, giovane coppia alle prese con la ristrutturazione della prima casa: un appartamento anni '70 di 110 mq. Vogliamo raccontare la nostra avventura, per condividere un po' di quello smarrimento che coglie chiunque si appresti ad affrontare i famosi lavori in casa, le informazioni utili, le brutte esperienze, la soddisfazione delle scelte azzeccate, lo sconforto generato da una burocrazia incomprensibile e anche qualche dritta che “si impara facendo”.
venerdì 28 dicembre 2012
domenica 9 dicembre 2012
La porta del bagno "di cortesia"
Due giorni fa sono venuti a montare la nostra cucina. Spettacolo, spettacolo, spettacolo! Ve ne parlerò in un altro post, adesso lasciatemi un po' sfogare, perchè quella bella e lunghissima giornata ha segnato anche un piccolo passo avanti (verso il baratro) per quanto riguarda la consegna e la posa delle nostre porte interne.
Una cosa che non avevamo minimamente calcolato, a nostro torto, era valutare con grande attenzione l'affidabilità delle aziende fornitrici. A volte non è facile perchè si acquista da distributori e si tende a fidarsi senza porsi molti problemi di quello che dice la persona con cui contrattiamo. A volte non è nemmeno semplice riuscire a reperire informazioni corrette sull''affidabilità e solidità (o solvibilità dovrei dire..) delle aziende, perchè in genere si tratta di piccole aziende o imprese artigiane.
Beh, fatto sta che vi consiglio caldamente di affidarvi a produttori locali, vicini a voi, che possiate visitare per controllare il prodotto e dei quali possiate informarvi in giro sull'aria che tira in azienda.
Pensate, conosco una persona che doveva acquistare una cucina di una nota azienda che è stata messa in liquidazione un mese fa! Ho tirato un grosso sospiro di sollievo al pensiero di non essermi affidata a quell'azienda, perchè rimanere senza cucina è un guaio.
Non che rimanere senza porte sia tanto meglio..
In sostanza, il rivenditore che ci ha venduto gli infissi (marca Internorm, austriaci, perfetti nei tempi di consegna) è lo stesso dal quale abbiamo ordinato le porte. La ditta è di Teramo (noi non ci eravamo nemmeno preoccupati di dove fosse! Che ingenui, eh?) dal quale il nostro rivenditore si appoggia per le porte pantografate.
Abbiamo fatto l'ordine a metà settembre, quindi due mesi e mezzo fa.
Ebbene, a metà ottobre abbiamo chiesto se fosse possibile fermare la produzione della porta del bagno perchè erroneamente era stata ordinata da 80 cm invece che da 70cm.
La risposta è stata negativa, ormai erano già andate in produzione.
Così abbiamo dovuto spaccare le piastrelle per allargare la luce della porta (i dettagli nel post).
La data di consegna era fine novembre.
Ad oggi, 9 dicembre, le porte non sono partite, DEVONO ANCORA ESSERE LACCATE!
Consegna prevista (senza alcuna certezza) tra il 17-21 dicembre!! Ovviamente se arrivano il 21 non possono essere posate prima di Natale..
Edo ed io, seduti in ufficio dal rivenditore mentre lui telefonava all'azienda di Teramo, siamo rimasti sgomenti.
Com'è possibile:
- è arrivata prima la cucina delle porte! No dico, 60 giorni lavorativi non sono abbastanza?
- E poi, non ci hanno lasciato fare una modifica e ci ritardano di un mese la consegna? Possibile che non si riesca a dare una data certa di consegna? Anche perchè il rivenditore deve organizzare i posatori..
- E poi ci sono le feste natalizie, non è che slittiamo al prossimo anno??
- E ancora, ma diavolo, l'anno fiscale finisce il 31 dicembre, siamo costretti a chiedere una proroga della SCIA (il permesso comunale per i lavori) per 8 porte? - Siamo costretti ad incasinarci per spalmare le detrazioni delle spese dei lavori in due anni fiscali diversi??
A tutte queste domande non abbiamo risposta.
Pare che l'azienda non abbia problemi economici, dovremmo quindi escludere che abbia aperto la cassa integrazione e ritardi per questo motivo.. Ma le voci che girano possono non essere completamente affidabili.
Abbiamo visto il traguardo della fine dei lavori e siamo inciampati all'ultimo ostacolo!
La soluzione che potremmo adottare è chiudere le pratiche in Comune per i lavori di manutenzione straordinaria (appena l'idraulico finisce le ultime cose) entro l'anno fiscale 2012, trasferirci nella casa nuova e, appena arrivano, far montare le porte. Le porte interne infatti non sono una spesa detraibile, si possono cambiare anche in "manutenzione ordinaria" ossia senza alcun permesso comunale e, devo verificare, con la (misera) agevolazione iva prevista per i beni significativi.
Resta il fatto che dopo la posa delle porte dovevano passare il pittore a fare i ritocchi e il parquettista a fissare il battiscopa e NOI trasferirci a casa finita e pagare le fatture a lavoro finito. Invece ci dovremo adattare.
Il rivenditore, mortificato, ci ha detto "Vi vengo a montare una porta provvisoria almeno in bagno, così potete trasferirvi!"
C'è chi ha "l'auto di cortesia" e chi ha "la porta del cesso di cortesia"!
Una cosa che non avevamo minimamente calcolato, a nostro torto, era valutare con grande attenzione l'affidabilità delle aziende fornitrici. A volte non è facile perchè si acquista da distributori e si tende a fidarsi senza porsi molti problemi di quello che dice la persona con cui contrattiamo. A volte non è nemmeno semplice riuscire a reperire informazioni corrette sull''affidabilità e solidità (o solvibilità dovrei dire..) delle aziende, perchè in genere si tratta di piccole aziende o imprese artigiane.
Beh, fatto sta che vi consiglio caldamente di affidarvi a produttori locali, vicini a voi, che possiate visitare per controllare il prodotto e dei quali possiate informarvi in giro sull'aria che tira in azienda.
Pensate, conosco una persona che doveva acquistare una cucina di una nota azienda che è stata messa in liquidazione un mese fa! Ho tirato un grosso sospiro di sollievo al pensiero di non essermi affidata a quell'azienda, perchè rimanere senza cucina è un guaio.
Non che rimanere senza porte sia tanto meglio..
In sostanza, il rivenditore che ci ha venduto gli infissi (marca Internorm, austriaci, perfetti nei tempi di consegna) è lo stesso dal quale abbiamo ordinato le porte. La ditta è di Teramo (noi non ci eravamo nemmeno preoccupati di dove fosse! Che ingenui, eh?) dal quale il nostro rivenditore si appoggia per le porte pantografate.
Abbiamo fatto l'ordine a metà settembre, quindi due mesi e mezzo fa.
Ebbene, a metà ottobre abbiamo chiesto se fosse possibile fermare la produzione della porta del bagno perchè erroneamente era stata ordinata da 80 cm invece che da 70cm.
La risposta è stata negativa, ormai erano già andate in produzione.
Così abbiamo dovuto spaccare le piastrelle per allargare la luce della porta (i dettagli nel post).
La data di consegna era fine novembre.
Ad oggi, 9 dicembre, le porte non sono partite, DEVONO ANCORA ESSERE LACCATE!
Consegna prevista (senza alcuna certezza) tra il 17-21 dicembre!! Ovviamente se arrivano il 21 non possono essere posate prima di Natale..
Edo ed io, seduti in ufficio dal rivenditore mentre lui telefonava all'azienda di Teramo, siamo rimasti sgomenti.
Com'è possibile:
- è arrivata prima la cucina delle porte! No dico, 60 giorni lavorativi non sono abbastanza?
- E poi, non ci hanno lasciato fare una modifica e ci ritardano di un mese la consegna? Possibile che non si riesca a dare una data certa di consegna? Anche perchè il rivenditore deve organizzare i posatori..
- E poi ci sono le feste natalizie, non è che slittiamo al prossimo anno??
- E ancora, ma diavolo, l'anno fiscale finisce il 31 dicembre, siamo costretti a chiedere una proroga della SCIA (il permesso comunale per i lavori) per 8 porte? - Siamo costretti ad incasinarci per spalmare le detrazioni delle spese dei lavori in due anni fiscali diversi??
A tutte queste domande non abbiamo risposta.
Pare che l'azienda non abbia problemi economici, dovremmo quindi escludere che abbia aperto la cassa integrazione e ritardi per questo motivo.. Ma le voci che girano possono non essere completamente affidabili.
Abbiamo visto il traguardo della fine dei lavori e siamo inciampati all'ultimo ostacolo!
La soluzione che potremmo adottare è chiudere le pratiche in Comune per i lavori di manutenzione straordinaria (appena l'idraulico finisce le ultime cose) entro l'anno fiscale 2012, trasferirci nella casa nuova e, appena arrivano, far montare le porte. Le porte interne infatti non sono una spesa detraibile, si possono cambiare anche in "manutenzione ordinaria" ossia senza alcun permesso comunale e, devo verificare, con la (misera) agevolazione iva prevista per i beni significativi.
Resta il fatto che dopo la posa delle porte dovevano passare il pittore a fare i ritocchi e il parquettista a fissare il battiscopa e NOI trasferirci a casa finita e pagare le fatture a lavoro finito. Invece ci dovremo adattare.
Il rivenditore, mortificato, ci ha detto "Vi vengo a montare una porta provvisoria almeno in bagno, così potete trasferirvi!"
C'è chi ha "l'auto di cortesia" e chi ha "la porta del cesso di cortesia"!
martedì 4 dicembre 2012
Siamo a dicembre e siamo senza porte
Due mesi e mezzo esatti da quando abbiamo ordinato le porte interne e per il momento non abbiamo ancora alcuna certezza di quando arriveranno.
"Hanno detto alla fine della prima settimana di dicembre" mi riporta il venditore
"Quindi tra quattro giorni, questo venerdì?!"
"Eh sì!"
Come "Eh sì"? Non ce l'ha il calendario sotto mano?? Ne parla come se fosse tra due mesi!
No dico, due mesi e mezzo.. Dove le ha ordinate? Negli Stati Uniti??
Sono le famose porte che dovevano essere tutte da 80 cm, secondo il nostro architetto, e che, siccome l'ordine non si poteva più bloccare (un mese e mezzo fa.. Mi domando perchè se, ad oggi, non sono ancora pronte.. Secondo noi nemmeno allora avevano cominciato a produrle!) abbiamo dovuto allargare la "luce", in gergo "il buco", della porta del bagno grande, spaccando le piastrelle già posate..
Allora ho adottato un'altra tecnica, insegnatami dai drittoni dei maschi che in queste cose sono moooolto più ferrati.
Invece di sbuffare come un toro e sibilare battute taglienti, ho adottato la tattica della piccola fiammiferaia:
"Sa, ho voluto farmi viva personalmente con lei perchè volevo dirle che siamo molto preoccupati, dobbiamo lasciare l'appartamento in affitto e abbiamo bisogno di chiudere in fretta i lavori.."
La mia vittima si stava sciogliendo.. "Sì sì, avete ragione, io sto insistendo ma fino a quando non mi confermano che spediscono l'ordine, non ci credo.. Voi cominciate a montare i mobili in casa, andate avanti più che potete, io vi tengo aggiornati.. Lunedì vi faccio sapere!".
Pensavo di aver segnato un bel punto, che stratega!!
Lunedì, nessuna chiamata, zero news sulle porte che "dovrebbero" arrivare venerdì.
Ottima tattica direi, veramente efficace.
E non è finita!!
Sempre durante la telefonata con il rimbambito delle porte, mi è venuto giusto lo scrupolo di ricordargli quanto gli avevo comunicato in una mail due mesi e mezzo fa ossia la tipologia esatta delle maniglie scelte:
"Si ricorda vero che nel bagno occorre fare un buco diverso per la serratura per introdurre la chiusura a nottolino, quella che si può aprire con una chiave dall'esterno?"
"Sì, sì me l'aveva detto, ho già fatto disporre, il buco è quadrato, vero?"
"...." io rimango spiazzata da questa domanda inaspettata
"Non si ricorda?"
"Guardi non lo so, a casa ho le maniglie, devo controllare.."
"Beh non si preoccupi, è sempre quadrato, lei controlli, ma in genere è quadrato"
Vado a casa, controllo, e la forma del nottolino com'è? ROTONDA!!
"No, non è possibile, non può essere COSI' rimbambito!!" ha detto Edo dopo due minuti di sgomento.
"..." io ancora senza parole "Ma... Ma... Edo, ma se ci ha fatto il buco quadrato, come facciamo?"
"Beh, si riporta indietro la porta e ce la cambia!"
Questa porta del bagno decisamente non è fortunata!!
"Hanno detto alla fine della prima settimana di dicembre" mi riporta il venditore
"Quindi tra quattro giorni, questo venerdì?!"
"Eh sì!"
Come "Eh sì"? Non ce l'ha il calendario sotto mano?? Ne parla come se fosse tra due mesi!
No dico, due mesi e mezzo.. Dove le ha ordinate? Negli Stati Uniti??
Sono le famose porte che dovevano essere tutte da 80 cm, secondo il nostro architetto, e che, siccome l'ordine non si poteva più bloccare (un mese e mezzo fa.. Mi domando perchè se, ad oggi, non sono ancora pronte.. Secondo noi nemmeno allora avevano cominciato a produrle!) abbiamo dovuto allargare la "luce", in gergo "il buco", della porta del bagno grande, spaccando le piastrelle già posate..
Allora ho adottato un'altra tecnica, insegnatami dai drittoni dei maschi che in queste cose sono moooolto più ferrati.
Invece di sbuffare come un toro e sibilare battute taglienti, ho adottato la tattica della piccola fiammiferaia:
"Sa, ho voluto farmi viva personalmente con lei perchè volevo dirle che siamo molto preoccupati, dobbiamo lasciare l'appartamento in affitto e abbiamo bisogno di chiudere in fretta i lavori.."
La mia vittima si stava sciogliendo.. "Sì sì, avete ragione, io sto insistendo ma fino a quando non mi confermano che spediscono l'ordine, non ci credo.. Voi cominciate a montare i mobili in casa, andate avanti più che potete, io vi tengo aggiornati.. Lunedì vi faccio sapere!".
Pensavo di aver segnato un bel punto, che stratega!!
Lunedì, nessuna chiamata, zero news sulle porte che "dovrebbero" arrivare venerdì.
Ottima tattica direi, veramente efficace.
E non è finita!!
Sempre durante la telefonata con il rimbambito delle porte, mi è venuto giusto lo scrupolo di ricordargli quanto gli avevo comunicato in una mail due mesi e mezzo fa ossia la tipologia esatta delle maniglie scelte:
"Si ricorda vero che nel bagno occorre fare un buco diverso per la serratura per introdurre la chiusura a nottolino, quella che si può aprire con una chiave dall'esterno?"
"Sì, sì me l'aveva detto, ho già fatto disporre, il buco è quadrato, vero?"
"...." io rimango spiazzata da questa domanda inaspettata
"Non si ricorda?"
"Guardi non lo so, a casa ho le maniglie, devo controllare.."
"Beh non si preoccupi, è sempre quadrato, lei controlli, ma in genere è quadrato"
Vado a casa, controllo, e la forma del nottolino com'è? ROTONDA!!
"No, non è possibile, non può essere COSI' rimbambito!!" ha detto Edo dopo due minuti di sgomento.
"..." io ancora senza parole "Ma... Ma... Edo, ma se ci ha fatto il buco quadrato, come facciamo?"
"Beh, si riporta indietro la porta e ce la cambia!"
Questa porta del bagno decisamente non è fortunata!!
lunedì 3 dicembre 2012
Detraibilità delle spese per un nuovo condizionatore
Questo post fa parte dello spinoso capitolo "Sarà veramente detraibile???", domanda che ci si pone più volte affrontando una ristrutturazione e che ho in parte già affrontato in precedenza riguardo alle spese delle piastrelle e del parquet.
Non pretendo assolutamente di essere un guru della fiscalità italiana e quindi non prendete quello che scrivo come oro colato. Tuttavia, dopo che ho posto alcuni di questi quesiti a conoscenti che si occupano di normativa fiscale e ho ricevuto risposte contrastanti, ho capito che ci si può fidare solo delle proprie convinzioni, cioè di quello che "chi è sul pezzo" riesce a capire.
Abbiamo acquistato tre split e un motore della DAIKIN, modello DC Inverter Plus - FTXS-K
Fornitura e installazione ad opera dell'installatore autorizzato con iva al 10%.
Quindi, io ho capito che, nel nostro caso, con una manutenzione straordinaria (ma non escludo che si possa applicare anche alla manutenzione ordinaria e alla ristrutturazione, semplicemente non ho approfondito tutte le casistiche) e avendo installato condizionatori A POMPA DI CALORE, si può usufruire della detrazione del 50% offerta dal decreto ristrutturazioni.
Non si può, con il nostro modello di condizionatore, usufruire della detrazione del 55% per la riqualificazione energetica. Pur essendo macchine che fanno anche climatizzazione invernale, nel nostro caso, non sostituiranno il riscaldamento centralizzato dei termosifoni, che peraltro abbiamo cambiato con modelli nuovi per la cui installazione chiediamo la detrazione in quanto rientranti nei lavori di ristrutturazione. Quindi saremmo un po' idioti a sovrapporre le due cose chiedendo l'agevolazione per la climatizzazione invernale due volte!
Long story short, vi posto un link moooolto chiaro della Mitsubishi:
http://climatizzazione.mitsubishielectric.it/it/informazioni-utili/ecoincentivi/
Alla facciazza della guida redatta dall'Agenzia delle Entrate!
Possibile che in Italia si riesca ad elaborare una GUIDA per la comprensione delle norme, graficamente anche molto carina, e poi avere bisogno delle circolari interpretative che la integrino???
Infatti, nella guida dell'Agenzia, nell'elenco finale, sotto la voce "impianti di climatizzazione", è riportata una dicitura simile a "per singole unità abitative (quindi per singoli appartamenti) sono detraibili solo se rispettano i criteri di efficienza energetica".
Una persona normale, quindi, che si è dannata a studiare questi maledetti decreti sulle agevolazioni, pensa che sia un rimando al decreto sulla riqualificazione energetica e, di conseguenza, di non poterne usufruire trattandosi di climatizzazione estiva e non invernale.
Invece, dal sito della Mitsubishi (e anche altri, di minor impatto, che non riporto), sembra ci possa essere un po' di speranza.
Ricapitolando, per usufruire della detrazione sembra che occorra:
- accertarsi che il climatizzatore sia in classe A/A ed in pompa di calore
Non pretendo assolutamente di essere un guru della fiscalità italiana e quindi non prendete quello che scrivo come oro colato. Tuttavia, dopo che ho posto alcuni di questi quesiti a conoscenti che si occupano di normativa fiscale e ho ricevuto risposte contrastanti, ho capito che ci si può fidare solo delle proprie convinzioni, cioè di quello che "chi è sul pezzo" riesce a capire.
Abbiamo acquistato tre split e un motore della DAIKIN, modello DC Inverter Plus - FTXS-K
Qui un articolo dove si parla di questo modello moooolto carino però, lo ammetto, è una bella sberla di split, cioè, non è proprio una miniatura..!
Fornitura e installazione ad opera dell'installatore autorizzato con iva al 10%.
Quindi, io ho capito che, nel nostro caso, con una manutenzione straordinaria (ma non escludo che si possa applicare anche alla manutenzione ordinaria e alla ristrutturazione, semplicemente non ho approfondito tutte le casistiche) e avendo installato condizionatori A POMPA DI CALORE, si può usufruire della detrazione del 50% offerta dal decreto ristrutturazioni.
Non si può, con il nostro modello di condizionatore, usufruire della detrazione del 55% per la riqualificazione energetica. Pur essendo macchine che fanno anche climatizzazione invernale, nel nostro caso, non sostituiranno il riscaldamento centralizzato dei termosifoni, che peraltro abbiamo cambiato con modelli nuovi per la cui installazione chiediamo la detrazione in quanto rientranti nei lavori di ristrutturazione. Quindi saremmo un po' idioti a sovrapporre le due cose chiedendo l'agevolazione per la climatizzazione invernale due volte!
Long story short, vi posto un link moooolto chiaro della Mitsubishi:
http://climatizzazione.mitsubishielectric.it/it/informazioni-utili/ecoincentivi/
Alla facciazza della guida redatta dall'Agenzia delle Entrate!
Possibile che in Italia si riesca ad elaborare una GUIDA per la comprensione delle norme, graficamente anche molto carina, e poi avere bisogno delle circolari interpretative che la integrino???
Infatti, nella guida dell'Agenzia, nell'elenco finale, sotto la voce "impianti di climatizzazione", è riportata una dicitura simile a "per singole unità abitative (quindi per singoli appartamenti) sono detraibili solo se rispettano i criteri di efficienza energetica".
Una persona normale, quindi, che si è dannata a studiare questi maledetti decreti sulle agevolazioni, pensa che sia un rimando al decreto sulla riqualificazione energetica e, di conseguenza, di non poterne usufruire trattandosi di climatizzazione estiva e non invernale.
Invece, dal sito della Mitsubishi (e anche altri, di minor impatto, che non riporto), sembra ci possa essere un po' di speranza.
Ricapitolando, per usufruire della detrazione sembra che occorra:
- accertarsi che il climatizzatore sia in classe A/A ed in pompa di calore
- effettuare, come per tutti gli altri casi, il pagamento mediante Bonifico Bancario
in cui si evincano oltre ai dati del beneficiario ( nome, cognome e
codice fiscale ), anche l'intestazione e la partita iva dell'azienda
beneficiaria del bonifico, ponendo come causale
“ Bonifico ai sensi
della legge N° 449/97 - ACQUISTO CLIMATIZZATORE CON POMPA DI CALORE".
Il riferimento normativo è sicuramente obbligatorio, il riferimento alla pompa di calore noi l'abbiamo messo per sicurezza ma forse si può omettere.
domenica 2 dicembre 2012
Allagamenti e inconvenienti vari
Tranquilli, non si è allagato l'appartamento!
Abbiamo sperimentato ALTRI inconvenienti, "piccoli", si fa per dire, intoppi che, inesorabilmente, possono capitare FINO ALLA FINE dei lavori.
Vi ricordate i mobili Ikea che avevamo comprato per la nostra lavanderia? Quelli che con tanta fatica (a causa del piano di legno troppo lungo) non riuscivamo a far entrare in auto?
Ecco, sono stati stoccati a casa dello zio di Edo, più precisamente in garage, perchè il falegname vicino di casa potesse tagliare il piano di legno a misura, avendo tutti i pezzi sotto mano.
Ben, si è rotta una tubatura e il garage si è allagato, e con esso i nostri mobili della lavanderia!
Abbiamo comunque avuto un po' di fortuna perchè si è rovinato solo il mobile-lavabo, che Edo aveva il compito di ricomprare all'Ikea in questi giorni, la missione destinata all'acquisto di due moduli PAX (nome della struttura armadio dell'ikea), destinati sempre alla lavanderia.
Edo è partito alla volta del negozio svedese, accompagnato da suo papà, guidando il furgone della sorella, la quale è stata così gentile da prestarcelo e che probabilmente non ce lo presterà più. Lo sapevate che un furgoncino è più alto rispetto all'ingresso del parcheggio coperto dell'ikea? Nemmeno noi.. SBAM!
Questi mobili Ikea stanno diventando decisamente più costosi del previsto!
Invece, sul fronte "cantiere", un altro intoppo porterà ad un bel rattoppo: l'idraulico ha confuso i pezzi della vasca (l'asta del telefono) di un bagno, con il doccino da mettere nella doccia dell'altro bagno.
Prima che si rendesse conto dello scambio, Edo mi ha chiamato sul lavoro spiegandomi come ci fossimo sbagliati ad ordinare i pezzi dell'arredo-bagno, cercando, con l'astuzia di un avvocato di Law&Order all'arringa finale, di convincermi che potevamo anche lasciare le cose così: una doccia con un doccione a parete da 22cm di diamentro con unsuper telefono della doccia della Hans-Grohe (anche questo piuttosto grande) e un bagno con la vasca attrezzzata con il vetro per fare la doccia ma senza asta e con un doccino ad altezza-rubinetti. (???!!)
Questo "scambio" è un imprevisto che può capitare. In giro si sente di molto peggio! Purtroppo però l'idraulico aveva bucato le piastrelle della doccia per attaccare l'asta sbagliata, dovrà quindi venire presto a "rattopparle". Siiiiig!!
Effettivamente, fare l'ordine dell'arredo-bagno passando prima in negozio a scegliere le cose, poi facendo acquistare direttamente dall'idraulico ha sì l'indubbio vantaggio di pagare con l'iva agevolata (10%) ma vi espone al rischio di non riuscire a controllare direttamente i prodotti acquistati. Tenete conto che la gran parte dei prodotti del bagno li si sceglie su catalogo! Nonostante ci siano ampie esposizione in negozio, può capitare benissimo che non possiate materialmente toccare con mano tutti i prodotti. In più, in lavori di ristrutturazione di questa portata, si devono acquistare così tante cose, così tanto in anticipo, che è normale che dopo tre mesi non si abbia la più pallida idea di cosa si fosse scelto.
Voi direte che sul preventivo dovrebbero essere riportati gli estremi dei prodotti scelti.. Non proprio, non sempre almeno. Spesso usano diciture "interne", quindi non si riesce del tutto a risalire al prodotto esatto. Tuttavia, in condizioni normali di acquisto (quando non si ristruttura un appartamento o quando si parte con tanto, tanto anticipo), si ha tempo per chiedere di formulare decentemente il preventivo e si riesce ad avere tutto fatto a regola d'arte.
Nel nostro caso non è stato possibile fare così.. Beh, abbiamo sicuramente capito cosa migliorare in futuro!!
mercoledì 14 novembre 2012
Il tavolo della cucina
Ci siamo innamorati di un tavolo!
E' stato un colpo di fulmine e adesso è diventata quasi un'ossessione: è un tavolo meraviglioso, se non possiamo averlo, vogliamo qualcosa di simile, ma lo vogliamo proprio così!!
Insomma, sarà capitato anche a voi di innamorarvi di un pezzo di arredamento e doverci costruire attorno lo stile della casa. Affezionarvi ad un oggetto con carattere è una cosa da non fare perchè vincola molto le scelte stilistiche del resto degli ambienti, richiede tempo per trovare gli arredi giusti, pazienza quando le dimensioni e i colori disponibili non corrispondono alle nostre esigenze, dedizione.. Però quando c'è l'amore, sentirete che la casa rispecchia pienamente il vostro essere.
Dopotutto, l'estremo opposto è piegarsi all'arredamento proposto dalle riviste, seguendo pedissequamente la moda del momento e trovandosi tutti con lo stesso stile: tavolino basso e lungo per la televisione al plasma (come abbiamo noi) con sopra degli elementi sospesi (che, per la cronaca, è inutile chiamare "libreria" perchè possono contenere pochissimi libri), lampada a ciliegia che cade sul tavolo da pranzo (tralaltro, è bellissima).. Perchè, bisogna ammetterlo, è molto difficile seguire un proprio stile! I negozi ti propongono sempre le stesse forme e gli stessi colori (vedi il tortora che mettono dappertutto!!)!
Io credo che la casa di ognuno debba anche essere il frutto di un compromesso, legato a cosa ci possiamo permettere (facile arredare con un budget illimitato), alle diverse personalità che la abitano (Edo mi ha detto l'altro giorno "Ti prego non facciamo anche l'armadio pantografato, le porte sono sufficienti!") e gli oggetti debbano avere una loro storia, essere scelti con cura ma senza l'ossessione di seguire "uno stile". Insomma, la vera casa non assomiglia ad una rivista, prevediamo un po' di disordine, un po' di souvenir dai viaggi, un po' di kitch natalizio!!
Ed eccoci qui quindi con il dilemma del nostro tavolo da pranzo per la cucina. Voi direte, beh sarà mica una questione vitale, vero, ma, in questo momento di relativa calma dei lavori, non mi resta che concentrarmi sugli arredi!
In realtà a noi il tavolo serve sul serio, abbiamo infatti comprato la cucina ma abbiamo tralasciato fino a questo momento il discorso "tavolo da pranzo".
Ad un'esposizione di mobili abbiamo visto questo tavolo allungabile (il nome dell'azienda non lo ricordo, è del gruppo Doimo):
Non è meraviglioso??!!
Purtroppo c'è solo in dimensioni troppo grandi per la nostra cucina, noi potremmo prendere massimo un 110 x 90 cm.
E la magica frase "Altrimenti si può fare su misura", non sempre è risolutiva: fatto su misura costa circa il 30% in più, decisamente troppo per un tavolo da pranzo per la cucina.
Non c'è niente da fare, dobbiamo trovare un'alternativa. Molto belli sono anche i tavoli di questo sito francese:
http://www.lamaisoncassette.com/
Anche questo modello è allungabile 125x125(180)x75h.
Dobbiamo abbandonare questa idea..
Una delle critiche avanzate alla nostra idea di prendere un tavolo in legno massiccio è stata che, avendo il pavimento in rovere, l'immagine della stanza non sia troppo "legnosa".
Abbiamo individuato questo modello di Calligaris:
anch'esso allungabile, misura 90x90(130)x75 ma è disponibile anche una misura più grande.
Secondo me è delizioso!
Calligaris è famoso per i tavoli consolle allungabili, iscrivendosi sul sito si può visualizzare il listino prezzi e si può acquistare online. Ottimo!
E' stato un colpo di fulmine e adesso è diventata quasi un'ossessione: è un tavolo meraviglioso, se non possiamo averlo, vogliamo qualcosa di simile, ma lo vogliamo proprio così!!
Insomma, sarà capitato anche a voi di innamorarvi di un pezzo di arredamento e doverci costruire attorno lo stile della casa. Affezionarvi ad un oggetto con carattere è una cosa da non fare perchè vincola molto le scelte stilistiche del resto degli ambienti, richiede tempo per trovare gli arredi giusti, pazienza quando le dimensioni e i colori disponibili non corrispondono alle nostre esigenze, dedizione.. Però quando c'è l'amore, sentirete che la casa rispecchia pienamente il vostro essere.
Dopotutto, l'estremo opposto è piegarsi all'arredamento proposto dalle riviste, seguendo pedissequamente la moda del momento e trovandosi tutti con lo stesso stile: tavolino basso e lungo per la televisione al plasma (come abbiamo noi) con sopra degli elementi sospesi (che, per la cronaca, è inutile chiamare "libreria" perchè possono contenere pochissimi libri), lampada a ciliegia che cade sul tavolo da pranzo (tralaltro, è bellissima).. Perchè, bisogna ammetterlo, è molto difficile seguire un proprio stile! I negozi ti propongono sempre le stesse forme e gli stessi colori (vedi il tortora che mettono dappertutto!!)!
Io credo che la casa di ognuno debba anche essere il frutto di un compromesso, legato a cosa ci possiamo permettere (facile arredare con un budget illimitato), alle diverse personalità che la abitano (Edo mi ha detto l'altro giorno "Ti prego non facciamo anche l'armadio pantografato, le porte sono sufficienti!") e gli oggetti debbano avere una loro storia, essere scelti con cura ma senza l'ossessione di seguire "uno stile". Insomma, la vera casa non assomiglia ad una rivista, prevediamo un po' di disordine, un po' di souvenir dai viaggi, un po' di kitch natalizio!!
Ed eccoci qui quindi con il dilemma del nostro tavolo da pranzo per la cucina. Voi direte, beh sarà mica una questione vitale, vero, ma, in questo momento di relativa calma dei lavori, non mi resta che concentrarmi sugli arredi!
In realtà a noi il tavolo serve sul serio, abbiamo infatti comprato la cucina ma abbiamo tralasciato fino a questo momento il discorso "tavolo da pranzo".
Ad un'esposizione di mobili abbiamo visto questo tavolo allungabile (il nome dell'azienda non lo ricordo, è del gruppo Doimo):
Non è meraviglioso??!!
Purtroppo c'è solo in dimensioni troppo grandi per la nostra cucina, noi potremmo prendere massimo un 110 x 90 cm.
E la magica frase "Altrimenti si può fare su misura", non sempre è risolutiva: fatto su misura costa circa il 30% in più, decisamente troppo per un tavolo da pranzo per la cucina.
Non c'è niente da fare, dobbiamo trovare un'alternativa. Molto belli sono anche i tavoli di questo sito francese:
http://www.lamaisoncassette.com/
Anche questo modello è allungabile 125x125(180)x75h.
Dobbiamo abbandonare questa idea..
Una delle critiche avanzate alla nostra idea di prendere un tavolo in legno massiccio è stata che, avendo il pavimento in rovere, l'immagine della stanza non sia troppo "legnosa".
Abbiamo individuato questo modello di Calligaris:
anch'esso allungabile, misura 90x90(130)x75 ma è disponibile anche una misura più grande.
Secondo me è delizioso!
Calligaris è famoso per i tavoli consolle allungabili, iscrivendosi sul sito si può visualizzare il listino prezzi e si può acquistare online. Ottimo!
martedì 13 novembre 2012
Placchette degli interruttori
Siamo giunti finalmente a questa decisione!
Avevamo considerato di sostituire le vecchissime e "orrendissime" placchette di casa già qualche anno fa, quando ci siamo resi conto che dovevamo praticamente mettere un adattatore per ogni presa, ma siamo stati frenati dal costo di placchette e frutti. Non te le tirano mica dietro!!
Se avete voglia di farvi un'idea, internet a parte, al Leroy Merlin trovate un'esposizione piuttosto completa di BTicino e Vimar. Alcune placchette sono addirittura chiuse nelle teche e bisogna chiedere ad un commesso per acquistarle (alla modica cifra di 20 Euro l'una..).
Il nostro elettricista aveva solo i campioni del modello Bticino LivingLight e ci ha portato una mega-valigetta in metallo con tutte le placchette disposte in ordine crescente di prezzo, una per colore.
Qui si apre una diatriba che è peggio di quella del legno (vd post).
"Quelli che.. Le placche bianche"
Ebbene sì, a noi ce piacciono bianche!! Eppure, ci sono alcuni (non pochi) che inorridiscono, letteralmente, quando glielo diciamo. Boh, a me la patacca nera che si vede subito sul muro non piace affatto, preferisco che si nasconda con il muro. Tuttalpiù posso tollerare quelle colorate perchè, diciamolo, son belline, però se si cambia colore della stanza poi si rischia di non averle più della stessa forma. Ah, come per le piastrelle, bisognerebbe comprarne qualcuna in più da tenere di scorta.
Allora, vi faccio vedere i due contendenti: Vimar e Bticino, più o meno sullo stesso prezzo.
Le prime due sono Bticino e la terza è Vimar. Per la cronaca, il sito di Vimar è veramente orrendo, per trovare un'immagine sono dovuta andare su Google..
Comunque, abbiamo scelto la forma squadrata! :)
PS: in caso di manutenzione straordinaria se le acquistate attraverso il vostro elettricista, l'iva sarà al 10%!!
Avevamo considerato di sostituire le vecchissime e "orrendissime" placchette di casa già qualche anno fa, quando ci siamo resi conto che dovevamo praticamente mettere un adattatore per ogni presa, ma siamo stati frenati dal costo di placchette e frutti. Non te le tirano mica dietro!!
Se avete voglia di farvi un'idea, internet a parte, al Leroy Merlin trovate un'esposizione piuttosto completa di BTicino e Vimar. Alcune placchette sono addirittura chiuse nelle teche e bisogna chiedere ad un commesso per acquistarle (alla modica cifra di 20 Euro l'una..).
Il nostro elettricista aveva solo i campioni del modello Bticino LivingLight e ci ha portato una mega-valigetta in metallo con tutte le placchette disposte in ordine crescente di prezzo, una per colore.
Qui si apre una diatriba che è peggio di quella del legno (vd post).
"Quelli che.. Le placche bianche"
Ebbene sì, a noi ce piacciono bianche!! Eppure, ci sono alcuni (non pochi) che inorridiscono, letteralmente, quando glielo diciamo. Boh, a me la patacca nera che si vede subito sul muro non piace affatto, preferisco che si nasconda con il muro. Tuttalpiù posso tollerare quelle colorate perchè, diciamolo, son belline, però se si cambia colore della stanza poi si rischia di non averle più della stessa forma. Ah, come per le piastrelle, bisognerebbe comprarne qualcuna in più da tenere di scorta.
Allora, vi faccio vedere i due contendenti: Vimar e Bticino, più o meno sullo stesso prezzo.
Le prime due sono Bticino e la terza è Vimar. Per la cronaca, il sito di Vimar è veramente orrendo, per trovare un'immagine sono dovuta andare su Google..
Comunque, abbiamo scelto la forma squadrata! :)
PS: in caso di manutenzione straordinaria se le acquistate attraverso il vostro elettricista, l'iva sarà al 10%!!
mercoledì 7 novembre 2012
Prese e corto circuito
Lo sapevate che l’altezza standard della presa della lavatrice
è ad 1 metro da terra?
Beh io ignoravo quasi che la lavatrice si attaccasse alla
corrente!
Nel senso, non ho mai avuto la presa sotto gli occhi quindi
non mi sono mai posta il problema.
Beh, sappiatelo, perché il vostro
elettricista la metterà esattamente lì, in bella vist. Non importa quanto
bellina sia la vostra lavanderia, avrete una bella presa shuko sulla parete.
C’è
di peggio, direte, sì in effetti sì, però dopo mesi che rincorri il “progettista”,
che scopri che il “direttore lavori” non dirige e non controlla, vi garantisco
che una presa shuko può destabilizzarvi l’umore alla grande!
Noi abbiamo previsto un bel piano di legno nel quale è
inserito il lavabo della lavanderia e il piano passa anche sopra la lavatrice,
esattamente come nella foto del post, ad 80 cm di altezza, NON 1 METRO!!
Il “progettista”
non ha mai fatto 2+2 e quindi per collegare la lavatrice alla presa di corrente
preposta, si sarebbe dovuto bucare il piano.
“Dai, non ti preoccupare, la copriamo con una mensolina” ha cercato di dirmi Edo mentre io imprecavo contro tutta la categoria degli
architetti.
Una mensolinaaaa?????
L’alternativa sarebbe stata far spuntare il
filo e attaccare la spina alla presa poco più distante.
Orrendo, orrendo,
orrendo.
Ma dico, con tutto quello che spendiamo per i lavori, mi
devo ritrovare con una patacca di spina in bella vista solo perché lo “standard”
della presa della lavatrice è a 1m nonostante l’altezza delle lavatrici sia di 78
cm??
Ma che standard è?? Non risponde nemmeno ad un requisito di sicurezza!
Quello che è peggio è pretendere una risposta logica dall’elettricista
o dal progettista, ma io, testona, ci ho provato:
“Ma quando mettete le
lavatrici in cucina, che sono integrate nelle basi della cucina, non è forse la stessa cosa??
In quel caso non bucate mica il piano per farci passare la spina, no??”
“L’altezza standard è 1m a meno di non avere indicazioni
contrarie”
Signùr…
Non so se ho mai accennato al fatto che abbiamo deciso di
motorizzare tutte le tapparelle di casa con un radiocomando, cioè le
tapparelle potranno essere alzate sia schiacciando il pulsante vicino ad esse o
a distanza tramite un telecomando.
L’elettricista ha detto che nessuno mai sceglie di avere sia
il pulsante sia il telecomando, l’uno in genere esclude l’altro.
“…”
A parte il fatto che non lo trovo affatto condivisibile:
chi
sceglie di avere solo il telecomando?? E se si scaricano le pile come fai? Rimani
murato in casa perché non riesci a tirare su le tapparelle?? E se, scenario più
plausibile, nel caos che regna-sovrano-a-casa-nostra non sapessimo più dove
abbiamo messo il telecomando? Dopotutto mica lo puoi far squillare come quando
non trovi il cellulare!!
Tralascio di dire che al rimbambito degli infissi abbiamo
espressamente chiesto anche questa cosa quando abbiamo acquistato il motore
delle tapparelle..
Pare che l’elettricista si sia seriamente preoccupato che,
nell’eventualità fortuita che si usi il telecomando e si schiacci uno dei
pulsanti delle tapparelle nello stesso momento, il sistema vada in
cortocircuito.
“E poi salta tutto e mi devi richiamare per far sistemare l’impianto”
mi ha detto l’elettricista “Ah no, finiti i lavori non ti voglio più vedere!”
ho detto io scherzando, ma in fondo non più di tanto..
giovedì 1 novembre 2012
E' scontato e ovvio
Tanto eravamo contenti 5 giorni fa, tanto i nuovi inconvenienti hanno completamente rovinato il nostro ottimismo.
Innanzitutto abbiamo dovuto quasi litigare con il nostro
architetto perché mandasse avanti la parte burocratica-amministrativa, come da
accordi, per comunicare le variazioni avvenute nella composizione della squadra
lavori.
Non ho mai sentito nessun committente che si sia dovuto preoccupare di
questi aspetti, andandosi a leggere i decreti legislativi, circolari
dell’agenzia delle entrate e innumerevoli forum online. Questi aspetti SONO di
competenza del direttore lavori/coordinatore sicurezza. Fatto sta che però il
legislatore ha pensato bene di far ricadere comunque ogni responsabilità per
omissioni/errori/ritardi di comunicazioni varie anche sul committente. E quale
arma finale ha scelto il legislatore? Ha pensato di condizionare i
benefici delle detrazioni fiscali al corretto rispetto di tutti gli adempimenti
amministrativi, dandosi ben 10 anni di tempo dalla fine dei lavori per
controllare tutte le carte.
Il nostro architetto, che ha preparato tutti i documenti, non
era al corrente di importanti obblighi inerenti alla direzione lavori, che
condizionano la detraibilità di certe spese. Approfondirò meglio questi aspetti
su un post dedicato, per il momento mi limito a dire che questa ottusità del
nostro “professionista” ci ha fatto perdere innumerevoli ore di sonno nonché
trasmesso molta ansia e nervosismo.
Alla fine abbiamo raggiunto un compromesso
ma dopo notevole insistenza e solo grazie al fatto che Edo ed io ci siamo
lungamente documentati sulla materia. Vorrei tralasciare, ma proprio non resisto, che quando finalmente l'architetto mi ha mandato quel documento compilato sul quale abbiamo tanto insistito.. Mi sono accorta che non è stato nemmeno in grado di indicare la lista completa di tutti i fornitori, dimenticandosene uno.. Ma sì.. Tanto, cosa vuoi che sia??
Passato quel brutto momento, c’è stato poi il grosso
problema delle porte interne e della porta blindata.
Per farla breve, è venuto fuori che la porta del bagno
doveva essere da 70 cm. L’ordine invece è stato fatto con tutte le porte da 80
cm. Non abbiamo ancora capito se l’ordine si può bloccare, in caso contrario ci
perdiamo 400 Euro, il costo della porta sbagliata, più il fatto che rimarremo
un mese senza porta del bagno (fortuna che c’è anche il bagno piccolo).
Ovviamente le misure erano state concordate con
l’architetto, il quale aveva detto “Porte tutte da 80cm”!
Tuttavia, i discorsi
a voce sono facilmente ritrattabili,
in più in quel periodo, il nostro architetto si era dato alla macchia e non si
faceva più sentire, non rispondeva agli sms, al telefono, alle email.. Quindi
l’ordine era stato fatto partire in fretta da noi.
Pur avendone successivamente
trasmessa una copia all’architetto, lui “ha dato per scontato che chi ha fatto
le misure le avesse prese giuste”, anche se nella stessa telefonata ha detto
che “è ovvio che la porta del bagno sia da 70cm e non da 80cm”.
Ovvio.. Infatti, chiedete a tutte le persone che conoscete se
quando vanno in bagno a casa loro, sanno che stanno varcando una soglia da 70cm
e non da 80.. !!!! Certo che son proprio ridicoli ‘sti architetti!
Ne consegue che pur
avendo ricevuto copia dell’ordine con la specifica di tutte le dimensioni delle
porte, l’architetto si è “giustamente” (per citare l’autore della
dichiarazione) fidato.
Ovvio..
Però a noi adesso interessa riparare la situazione senza
perderci vagonate di euro e, soprattutto, senza ritardare i lavori.
A proposito di ritardo dei lavori, ecco che arriviamo all’altra
grossa complicazione: la porta blindata.
Quando l’abbiamo acquistata 4 anni fa, la nostra porta
blindata era stata montata male, senza che fosse prima smontato il telaio in
legno della porta precedente e, con il tempo, per il peso si è inclinata.
Edo
ed io eravamo d’accordo con il tipo delle porte interne (che è lo stesso degli
infissi.. il rimbambito, insomma), che, con l’occasione dei lavori, ce l’avrebbe
rimontata a regola d’arte.
In questi giorni è venuto fuori che per rimontare la porta
blindata, occorreva un nuovo telaio in ferro, cioè non si poteva usare quello preesistente.
Ciò implica che occorre dunque contattare l’azienda produttrice della porta, farli venire a
fare un sopralluogo e ordinare il telaio nuovo. Tempi di consegna: 60 gg
almeno.
Ma dico, ma l’architetto, il quale non si ricordava nemmeno
che dovesse essere fatto questo lavoro, PERCHE’ NON CI HA DETTO NULLA 2 mesi
fa, quando saremmo stati certamente in tempo per fare l’ordine???
La questione porta blindata rischia di fermare tutto il
cantiere perché dobbiamo posare il legno, e per posare il legno la porta deve essere alzata almeno dello spessore del legno+colla (13 mm).
Per il momento, gli scagnozzi dell'infissologo hanno provvisoriamente alzato un po' la porta, secondo Edo, in
misura sufficiente per far passare sotto lo spessore del legno, tuttavia, a distanza di due
giorni, siamo ancora in attesa di un responso ufficiale dall’architetto.
Ah, in tutto questo casino, siamo stati lasciati al
sostituto architetto perchè il nostro “vero” architetto si è preso una
settimana di ferie, per il ponte.. Non ha nemmeno avuto l'accortezza di
lasciare le chiavi del cantiere al suo sostituto il quale mi ha chiamato ieri mentre
ero al lavoro per dirmi “Stamattina non siamo potuti entrare in casa”. Mi fa
piacere..
lunedì 29 ottobre 2012
Pavimenti in legno.. anche in bagno!
Questo post lo dedico a tutti quelli che, come noi, hanno
avuto la “pazza” idea di mettere il pavimento di legno in bagno e in cucina, oltre che nel resto della casa. Dopo
l’ennesima persona che mi ha detto “non l’ho mai visto, non ci ho mai pensato..”
ho deciso che era ora di difendere la categoria di “quelli che.. il legno dappertutto”.
Edo ed io abbiamo abitato quattro anni nella casa che stiamo
attualmente ristrutturando. L’appartamento era arredato in puro stile anni’70
e quindi abbracciava fedelmente la moda delle piastrelle. Avevamo piastrelle
dappertutto, in tutte le altezze, fino al soffitto. In bagno c’erano delle
piastrelle maculate verdi a pavimento e a parete fino al soffitto,
assolutamente fantastiche perché non si vedeva per nulla lo sporco, il calcare
o i capelli però bisognava un po’ abituarsi al pattern. In cucina avevamo
piastrelle color ocra con la cornicetta marrone e, ogni tanto, delle rondinelle
che svolazzavano. Per terra, piastrella maculata (geniale anche in cucina per
lo sporco). Nel resto della casa avevamo piastrelle marrone scuro nella zona
giorno e marrone chiaro nella zona notte, perfettamente ton sur ton con il
colore degli infissi: legno scuro.
Ci sta che dopo 40 anni i gusti siano un po’ cambiati e noi
le piastrelle NON LE VOLEVAMO PIU’ VEDERE!! Persino in bagno le abbiamo messe
solo fino a mezza altezza! Quindi non c’è stato alcun dubbio sulla scelta del legno perché
abbiamo sempre amato i pavimenti in legno. Ovvio, il legno si rovina, ma per
questo hanno coniato questo slogan: “Il legno è vivo (per giustificare quando
si sposta a causa dei cambiamenti di umidità nell’ambiente) e il legno va
vissuto (per giustificare i segnacci che purtroppo rimangono quando cade
qualcosa o si cammina con i tacchi a spillo)”. Insomma, chi sceglie di avere il
pavimento di legno, accetta che non sia perfetto e accetta di fare un po’ più
attenzione nel vivere la casa.
L’idea di metterlo anche in cucina è dovuta al fatto
che la porta della cucina si apre sul soggiorno. La scelta dello stesso
pavimento nei due ambienti non crea spezzoni. Si poteva, come alternativa,
mettere una fascia di piastrelle lungo le basi della cucina, ma questa ipotesi a Edo
faceva ribrezzo, dovrà però accettare di avere almeno un tappetino (a quello
non rinuncio!).
Invece la scelta di metterlo in bagno è stata dovuta sempre
a Edo, il quale cammina sempre scalzo e non vuole gelarsi i piedozzi quando va
in bagno. E devo dire che anche io approvo. Ecco, l’unica cosa è che in bagno
bisogna fare un po’ più di attenzione a non lasciare le chiazze di acqua dopo che si fa la doccia o il bagno nella vasca. Per questo motivo, noi abbiamo scelto un box
doccia che avesse il profilo in alluminio. Esteticamente non è il massimo ma
siamo sicuri che, con la guaina sotto, il piatto doccia sarà maggiormente isolato.
C'è sempre chi dice: "E se vi si rompe la lavastoviglie??" Ma dai (toccando ferro), a quanti di voi è mai successo?? Piuttosto, per la lavatrice non abbiamo voluto correre rischi e in lavanderia abbiamo optato per il pavimento in piastrelle con una "piletta" ossia una piccola griglia di scolo, il pavimento è leggermente in pendenza (ovviamente lo si può fare dove rifate completamente il massetto) e l'eventuale acqua non va in giro nel resto della casa (dove c'è il parquet).
C'è sempre chi dice: "E se vi si rompe la lavastoviglie??" Ma dai (toccando ferro), a quanti di voi è mai successo?? Piuttosto, per la lavatrice non abbiamo voluto correre rischi e in lavanderia abbiamo optato per il pavimento in piastrelle con una "piletta" ossia una piccola griglia di scolo, il pavimento è leggermente in pendenza (ovviamente lo si può fare dove rifate completamente il massetto) e l'eventuale acqua non va in giro nel resto della casa (dove c'è il parquet).
Effettuata la scelta sul dove (e quindi anche la metratura
da ricoprire di legno, cosa che influenza il costo) si è aperta una lunga fase
di riflessioni sul tipo di essenza di legno.
Quello di cui eravamo sicuri era che volevamo il legno
chiaro. Niente tek (che tralaltro è anche molto tenero), dussiè o altri.
Inizialmente avevamo categoricamente scartato il rovere. Il rovere è l’essenza
più diffusa in Italia per i pavimenti, un po’ perché è abbastanza duro, un po’ perché
si presta ad essere tinto assumendo colorazioni sbiancate (molto di moda
adesso) e un po’ perché è una specie arborea presente in discrete quantità nel
nostro Paese. Tuttavia a noi non convinceva questa colorazione biscotto.
Ci eravamo innamorati del faggio.
Il faggio è molto usato nell’Europa centrale. Pare che in Italia la vendita abbia avuto un calo con la diffusione del riscaldamento a pavimento. Infatti è una specie che soffre molto il cambio di temperatura, muovendosi (!!), per questo motivo si trova più facilmente in tagli piccoli. Questa è stata una delle ragioni che ci ha fatto dubitare della scelta del faggio, a casa nostra, infatti, fa un caldo micidiale di inverno, tanto che dobbiamo tenere molti termosifoni spenti quasi tutta la stagione. Un altro motivo è che è una specie che cambia molto il colore con la luce (come tutti i legni, ma più di altre essenze), diventando più gialla.
Restando fedeli alla scelta di un legno chiaro, abbiamo
preso dei campioni di acero americano. Bello!
Tuttavia è molto chiaro, un po’
troppo forse, e occorre stare attenti che non diventi una casa troppo fredda. Stesso
discorso per il frassino, anzi ci sembrava persino troppo giallo.
Forse,
utilizzandolo in cucina, nonostante la potenza delle vernici utilizzate, un’essenza
molto chiara fa intravedere di più anche le macchie (è finita la pacchia del pavimento piastrella-maculato-nascondi-macchie!).
Indovinate un po’ cosa abbiamo scelto alla fine??
Il rovere, of course!!
Ahahah, dopo tutto questo pensare siamo tornati alle
origini!
Il fatto è che ci siamo avvicinati a questa scelta sondando
i prodotti della Fiemme 3000. Sono dei
bellissimi legni, rigorosamente in listoni oliati. L’azienda ha adottato un’attenta
politica di certificazioni ambientali per quanto riguarda l’origine, la
lavorazione e l'oliatura del loro legno. Sono sicuramente prodotti di altissima
qualità. Noi c’eravamo innamorati del rovere spazzolato oliato trasparente 101.
La differenza tra il parquet oliato e quello verniciato è
che nel primo, non avendo lo strato di vernice sopra, puoi proprio percepire le
venature del legno, le tocchi e le senti con il tatto, il che, oltre ad essere
esteticamente molto bello, è anche molto piacevole. Tuttavia, essendo a poro
aperto, le macchie e i segni penetrano in profondità. L’olio deve essere
mantenuto con un “saponetto”, ossia un sapone apposito con il quale lavare il
pavimento, e dando l’oliatura una volta all’anno. A sentire il nostro
parquettista, il pavimento di legno oliato non comporta grossi sforzi per chi lo
vive.
Approfondendo la cosa però è venuto fuori che questo saponetto si deve usare in acqua tiepida, tenendo due secchi, uno di acqua pulita e una di acqua tiepida con saponetto. Costa un po’ e quindi si può conservare quello avanzato nel secchio di settimana in settimana.
Approfondendo la cosa però è venuto fuori che questo saponetto si deve usare in acqua tiepida, tenendo due secchi, uno di acqua pulita e una di acqua tiepida con saponetto. Costa un po’ e quindi si può conservare quello avanzato nel secchio di settimana in settimana.
E’ venuto fuori che se il legno oliato
si macchia, essendo a poro scoperto, la macchia entra in profondità ed è più
difficile rimuoverla.
E’ anche venuto fuori che l’oliatura non è proprio una cosa
fai-da-te, ma bisogna liberare il più possibile le stanze dai mobili (cosa che
dopo il recente trasloco per liberare la casa per fare i lavori, ho giurato a me
stessa che non farò mai più!!) e mettersi a carponi stando attenti a non
distribuire troppo olio in alcuni punti, altrimenti viene il pavimento a
chiazze.
Scoperti gli altarini, abbiamo deciso che il legno oliato non fa decisamente per noi!
Scoperti gli altarini, abbiamo deciso che il legno oliato non fa decisamente per noi!
Ho già detto in un altro post che ci siamo confrontati molto
con amici e parenti sulla scelta dei prodotti e materiali. In particolare, da
una coppia di amici abbiamo preso particolare spunto “copiando” gli infissi, le
porte e il pavimento!! Ebbene sì, abbiamo visto il loro rovere e abbiamo detto “vogliamo
questo!”.
Si tratta del rovere verniciato di
CP Parquet, azienda italiana al top sulle certificazioni di provenienza del prodotto
che ha persino ricevuto un riconoscimento da Greenpeace per l'ecosostenibilità dei prodotti.
A differenza dei nostri amici abbiamo scelto il rovere verniciato opaco, a
listoni da 12 cm x 180 cm, con bisello (vd glossario), in modo da
evidenziare il taglio del legno in listoni.
Pare che dopo 15-20 anni la verniciatura si debba
stendere nuovamente, e lo può fare solo un professionista. A nostro avviso, in
casa, dove il calpestio non è molto intenso come in un luogo pubblico, si può
arrivare tranquillamente fino a 20 anni prima della riverniciatura.
Nel scegliere l'essenza del legno, non potete basarvi troppo sui colori che emergono dai cataloghi, perchè le fotografie ingannano moltissimo!!
Vi toccherà quindi andare in negozio, guardare e toccare con mano. Potete chiedere anche di portarvi a casa dei campioni e provarli alla luce di casa vostra, è utilissimo! Io ho fatto diversi giri su e giù dal parquettista (per questo vi consiglio di scegliere un negozio vicino a casa, eheh).
Il titolare del negozio, quando commentavamo il fatto che ci abbiamo messo un po' di tempo ma alla fine eravamo giunti ad una scelta, ha detto a Edo che vedendomi andare sempre su e giù con le assi di legno voleva chiedermi se mi servisse il suo furgone. Ah ah ah!
Ebbè.. Sono decisioni che devono essere ponderate!
P.S Come con gli altri rivestimenti, calcolate sempre un po' di sfrido (vd glossario), non si sa mai che vi cada una libreria, vi si spacchi un tubo o altro e vi serva sostituire delle listarelle.
P.S. Non pensate che il legno vi costi tanto di più delle piastrelle. Il tanto amato gres porcellanato effetto legno, tra materiale e posa vi costa come il legno! Il prezzo varia dall'essenza, dalla composizione (lo spessore dello strato nobile di legno, montato su compensato), dal taglio (listarelle o listoni), dalla posa (dritta, a spiga..), dal fatto che sia prefinito o meno, verniciato o oliato, incollato o flottante. Meglio che andiate in negozio a farvi un'idea!!
Nel scegliere l'essenza del legno, non potete basarvi troppo sui colori che emergono dai cataloghi, perchè le fotografie ingannano moltissimo!!
Vi toccherà quindi andare in negozio, guardare e toccare con mano. Potete chiedere anche di portarvi a casa dei campioni e provarli alla luce di casa vostra, è utilissimo! Io ho fatto diversi giri su e giù dal parquettista (per questo vi consiglio di scegliere un negozio vicino a casa, eheh).
Il titolare del negozio, quando commentavamo il fatto che ci abbiamo messo un po' di tempo ma alla fine eravamo giunti ad una scelta, ha detto a Edo che vedendomi andare sempre su e giù con le assi di legno voleva chiedermi se mi servisse il suo furgone. Ah ah ah!
Ebbè.. Sono decisioni che devono essere ponderate!
P.S Come con gli altri rivestimenti, calcolate sempre un po' di sfrido (vd glossario), non si sa mai che vi cada una libreria, vi si spacchi un tubo o altro e vi serva sostituire delle listarelle.
P.S. Non pensate che il legno vi costi tanto di più delle piastrelle. Il tanto amato gres porcellanato effetto legno, tra materiale e posa vi costa come il legno! Il prezzo varia dall'essenza, dalla composizione (lo spessore dello strato nobile di legno, montato su compensato), dal taglio (listarelle o listoni), dalla posa (dritta, a spiga..), dal fatto che sia prefinito o meno, verniciato o oliato, incollato o flottante. Meglio che andiate in negozio a farvi un'idea!!
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